Gorilla: mappato il genoma del primate più simile all’uomo

Per la prima volta, un gruppo di scienziati ha sequenziato il genoma dei gorilla, anello mancante tra scimmie, scimpanzé e uomo, scoprendo che la sua "parentela" con gli esseri umani è davvero stretta. I risultati dello studio, condotto dall'istituto britannico Wellcome Trust Sanger e pubblicato su Nature, completano il sequenziamento del DNA di tutti i grandi primati: oltre il gorilla, conosciamo quello dello scimpanzé, dell'orango e, naturalmente, quello dell'uomo.

Per la prima volta, un gruppo di scienziati ha sequenziato il genoma dei gorilla, anello mancante tra scimmie, scimpanzé e uomo, scoprendo che la sua “parentela” con gli esseri umani è davvero stretta. I risultati dello studio, condotto dall’istituto britannico Wellcome Trust Sanger e pubblicato su Nature, completano il sequenziamento del DNA di tutti i grandi primati: oltre il gorilla, conosciamo quello dello scimpanzé, dell’orango e, naturalmente, quello dell’uomo.

Il genoma del gorilla – ha spiegato Aylwyn Scally, primo autore dello studio – è importante perché mette in luce il momento in cui i nostri antenati si sono discostati dai nostri più vicini cugini evolutivi. Ci permette anche di esplorare le similitudini e le differenze tra i nostri geni e quelli del gorilla, il più grande primate vivente“. Così, usando il DNA di Kamilah, una femmina di gorilla occidentale, gli scienziati hanno assemblato la sequenza del genoma di un gorilla e lo hanno comparato con i genomi delle altre grandi scimmie, scoprendo che 1/3 del nostro dna somiglia più a quello di un gorilla che a quello di uno scimpanzé.

Lo studio non mette comunque in discussione l’impianto complessivo dell’evoluzione, con la prima separazione delle specie che avvenne tra gli oranghi e la linea scimpanzé-umani-gorilla, per poi essere seguita dalla distinzione tra gorilla e scimpanzé-umani, ma rivela come il genoma del gorilla sia più simile a quello umano di quanto questo non lo sia con lo scimpanzé. “I nostri risultati rivelano significative differenze non solo tra le specie che riflettono milioni di anni di divergenza evolutiva, ma anche analogie nei cambiamenti paralleli nel corso del tempo dal loro antenato comune“, ha detto Chris Tyler-Smith, altro autore dello studio.

Abbiamo scoperto – continua Tyler-Smith- che i gorilla condividono molti cambiamenti genetici con gli esseri umani tra cui l’evoluzione del nostro udito. Gli scienziati avevano suggerito che la rapida evoluzione dei geni dell’udito umano era legata all’evoluzione del linguaggio. I nostri risultati mettono in dubbio questo, dimostrando come i geni dell’udito si sono evoluti nei gorilla in modo simile a quello degli esseri umani“.

Ma il sequenziamento del genoma potrebbe essere utile anche per un altro scopo: salvare le quattro sottospecie di gorilla attualmente minacciate di estinzione in Africa perché, quando cala il numero di individui di una specie, ne risente anche la sua diversità genetica e la capacità di reagire alle difficoltà. Secondo uno studio del Wwf, il gorilla potrebbe estinguersi dal centro Africa entro il 2025, a causa della caccia, del commercio della sua carne, della domanda crescente di legname e altri metalli richiesti per la produzione delle nuove tecnologie che limita sempre più il suo habitat.

Roberta Ragni

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