Giornata delle Zone Umide: un tesoro di biodiversità da scoprire e tutelare

Le zone umide rappresentano un coacervo di biodiversità poiché ospitano centinaia di specie animali e vegetali. Ma la loro sopravvivenza è messa a rischio dall'azione umana e dalla crisi climatica in atto

Oggi 2 febbraio, in occasione della firma della Convenzione per la loro tutela (avvenuta il 2 febbraio del 1971), il mondo celebra le zone umide, aree chiave per la sopravvivenza della biodiversità poiché rappresentano l’habitat ideale per centinaia di specie animali e vegetali e lo snodo centrale di molte rotte migratorie.

Purtroppo, però, si tratta anche di ecosistemi molto fragili, che risentono particolarmente dell’impatto dei cambiamenti climatici in atto.

Cosa sono le zone umide

Secondo quanto definito dalla Convenzione del 1971 – le zone umide sono paludi, acquitrini, torbiere e specchi d’acqua naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, incluse quelle fasce marine costiere la cui profondità, in condizioni di bassa marea, non superi i 6 m.

La nascita di una convenzione ad hoc ha permesso di identificare e circoscrivere i siti nel mondo che hanno tali caratteristiche, che vendono inclusi in una “lista delle zone umide di importanza internazionale”: i siti della lista sono oggetto di tutele e di programmi di protezione ambientale. In particolare, tra gli obiettivi della convenzione c’è quello di creare delle riserve naturali a tutela delle zone umide, nonché di incoraggiare studi e pubblicazioni relativi alla fauna e alla flora che nelle zone umide vive e prospera, e di promuovere infine attività antropiche che siano ecocompatibili con questi ecosistemi.

Attualmente, nel nostro Paese, si contano 65 zone umide protette, per un totale di 82.331 ettari. Fra queste si ricordano: il Lago di Burano, in Toscana; il Lago di Sabaudia, nel Lazio; le Saline di Margherita di Savoia, in Puglia; il Corso del fiume Sele/Serre Persano, in Campania. Queste aree sono oggetto di attività di monitoraggio costante da parte del Ministero della Transizione Ecologica attraverso l’attivazione di modelli speciali per la loro gestione.

La giornata 2022

Per l’edizione del 2022, l’associazione ambientalista WWF ha lanciato lo slogan “Value, Manage, Restore, Love Wetlands” – una sorta di prontuario su come prendersi cura delle zone umide: valorizzandole, procedendo con una gestione adeguata e infine riparando i danni provocati dall’uomo e apprezzandole per la loro bellezza e per l’incredibile ruolo svolto per la biodiversità. Sarà possibile scoprire e visitare le zone umide a partire da oggi e fino al prossimo 6 febbraio, grazie ai volontari che promuoveranno passeggiate guidate, escursioni e laboratori fotografici nelle numerose Oasi WWF sparse in tutta Italia.

Delle 100 Oasi distribuite sul territorio nazionale, infatti, ben 78 contengono stagni, paludi, lagune, che nel tempo sono state difese da abusi e antropizzazione selvaggia, e 10 di queste sono aree umide d’importanza internazionale riconosciute dalla Convenzione del 1971. Per la loro tutela, il WWF ha avviato negli anni numerosi progetti a livello nazionale e internazionale – come per esempio il progetto “Life Forestall” (Restoration of Alluvial Forests and Cladium mariscus habitats in Ramsar and Natura 2000 sites), che ha come obiettivo il recupero di zone umide gravemente compromesse dall’azione umana.

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Fonti: WWF / Legambiente / MiTE

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