Che cosa sono i fossili? Come hanno avuto origine e perché sono considerati reperti fondamentali per i paleontologi e l'intera comunità scientifica? Conosciamo più a fondo queste testimonianze del nostro passato
Indice
I fossili sono testimonianze del nostro passato, preziosissimi tesori che ci consentono di conoscere più a fondo ogni forma di vita che in precedenza era distribuita sul nostro Pianeta, custodendone informazioni chiave e segreti.
Oggi possiamo ammirare i fossili nei musei di tutto il mondo o, se siamo fortunati, trovarne uno durante una passeggiata in montagna, in un parco naturale o sulla spiaggia. Ma che cosa sono per l’esattezza quelli che gli studiosi chiamano fossili? Come si formano? Perché i ritrovamenti sono a dir poco significativi? Scopriamolo assieme.
Che cosa sono i fossili?
I fossili sono i resti di organismi viventi, animali o vegetali, che sono vissuti in epoche che precedono la nostra e che, grazie a processi naturali, sono giunti sino a noi con uno stato di conservazione variabile. I fossili sono tracce dell’antichità conservate nelle rocce e sono oggetto di studio della paleontologia, branca della scienza che indaga sugli esseri viventi di un tempo lontano.
Come si formano i fossili?
I fossili si formano attraverso diversi processi di fossilizzazione a seguito la morte di un organismo vivente. Affinché un fossile possa crearsi è necessario che il corpo dell’organismo debba essere ricoperto da sedimenti, solitamente sabbia, ghiaia, argilla.
In questo modo l’elemento viene infatti inglobato nei sedimenti e non va a deteriorarsi per azione degli agenti atmosferici. Ciò consentirà di preservarlo in parte. Essendo le parti molli, come organi e muscoli, le prime a decomporsi, raramente queste giungono fino a noi. I principali fossili di cui siamo in possesso sono conchiglie ma anche ossa e impronte.
Tra i processi di fossilizzazione che si verificano con più o meno frequenza abbiamo:
- mineralizzazione: nel processo di mineralizzazione sono le sostanze minerali presenti nei fluidi dei sedimenti a sostituire i resti organici degli organismi. Si va a formare così una sorta di “copia”
- carbonizzazione: la carbonizzazione avviene per effetto di batteri mediante i quali si ha l’eliminazione dell’ossigeno e dell’azoto a vantaggio del carbonio. Questo processo riguarda in particolar modo i vegetali e ha dato origine al carbon fossile
- incrostazione: la fossilizzazione tramite incrostazione si verifica quando il carbonato di calcio presente nell’acqua si deposita precipitando e prendendo la forma dei resti organici
- distillazione: un ulteriore processo è la distillazione degli elementi volatili che compongono il materiale organico. Quando ciò avviene, si rilascia “un sottile strato di carbonio che ne riproduce la forma” spiega l’ISPRA
Gli organismi viventi possono conservarsi anche in altri modi come nel ghiaccio o nell’ambra. Pensiamo al mammut venuto fuori dal permafrost in Canada, all’orso delle caverne in Russia o alle ambre in cui sono inclusi insetti e fiori millenari. Proprio grazie a un’ambra di recente è stata scoperto un insetto fossile finora sconosciuto.
Perché si chiamano fossili?
Il termine fossile deriva dal latino fodère, verbo con il quale si indica l’azione dello scavare. Pare che il nome sia stato scelto da Georgius Agricola, appellativo latino di Georg Bauer, scienziato tedesco del Cinquecento considerato il padre della mineralogia.
Perché i fossili sono così importanti?
I fossili hanno un’importanza fondamentale per la comunità scientifica in quanto permettono agli studiosi di conoscere la storia dell’antichità, l’evoluzione del nostro Pianeta e scoprire quali meccanismi e quali cambiamenti siano avvenuti nel corso delle epoche. Grazie allo studio dei fossili i paleontologi possono ricostruire gli eventi biologici e geologici che hanno interessato la Terra nei tempi remoti.
Di particolare rilevanza sono i cosiddetti “fossili guida” che consentono di datare il sedimento in cui sono inclusi. Un fossile può essere definito “fossile guida” solo se soddisfa alcuni criteri come una distribuzione geografica estesa e una rapida diffusione. Tra i fossili guida più conosciuti oggigiorno vi sono le ammoniti, molluschi estinti nel Mesozoico.
Chi è il padre dei fossili?
Nelle fonti antiche di pensatori greci quali Erodoto e Strabone si fa riferimento ai fossili, in particolare allo studio degli organismi marini. Le fonti discordano su chi possa aver scoperto per primo la natura dei fossili e possa essere considerato dunque il padre di questi resti e della paleontologia in sé.
Se alcuni datano la scoperta dell’origine dei fossili nel Settecento, secoli prima il genio di Leonardo da Vinci scriveva già a riguardo. Nel suo Codice Leicester, Leonardo appunta diverse informazioni sulle conchiglie provenienti dalla Val d’Arda chiamandole njchi. Nel manoscritto Leonardo scrive “edesi inelle montagnie di Parma e Piacenzia le moltitudine de’ njchi e coralli intarlati, ancora appiccati alli sassi; de’ quali, quand’io facevo il gran cavallo di Milano, me ne fu portato un gran sacco nella mia fabbrica da certi villani, che in tal loco furon trovati; fra li quali ve n’era assai delli conservati nella prima bontà”.
Quanti tipi di fossili ci sono?
Se pensiamo ai fossili, probabilmente ci immaginiamo ossa di varie dimensioni di animali preistorici, ma non sono solo questi. Esistono infatti ben 4 tipi differenti di fossili:
- resti originali: i resti originali sono i resti propri dell’organismo, le parti reali che costituivano il suo corpo. Quando si parla di resti originali si fa riferimento solitamente a un corpo quasi perfettamente conservato nella sua interezza
- resti sostituiti: nel caso dei resti sostituiti il materiale organico dell’organismo non è più presente, ma è stato sostituito da sostanze minerali come la pirite
- calchi: i calchi sono i modelli lasciati nelle rocce, stampi di un organismo di cui non si è conservato più nulla. L’esempio più comune sono le conchiglie di cui rimane la forma incastonata nei sedimenti
- tracce o icnofossili: per tracce si intendono tutti quei singoli elementi che riconducono agli organismi antichi come impronte, segni di denti, ma anche uova
Nello scenario internazionale tuttavia si è soliti accettare una classificazione più ampia distinguendo semplicemente tra parti di un organismo fossilizzate e tracce fossilizzate.
Quali sono i fossili più antichi del mondo?
I fossili più antichi del mondo sono le stromatoliti. Rappresentano le prime testimonianze di forme di vita sulla Terra e possono avere anche oltre 3.5 miliardi di anni. Le stromatoliti sono strutture sedimentarie striate formatesi grazie all’azione di microorganismi come i cianobatteri. Molti di questi fossili da record provengono dalla Groenlandia, dal Canada e dall’Australia.
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