I ricercatori hanno analizzato la necromassa di una foresta di mangrovie in Indonesia per capire come questa reagisce alla crisi climatica
Le foreste di mangrovie svolgono un ruolo importantissimo per la salute del nostro Pianeta. Con la loro particolare combinazione di alberi e arbusti, sono infatti in grado di assorbire notevoli quantità di carbonio dall’atmosfera.
Ma non solo: le paludi e gli acquitrini rappresentano lo snodo di molte rotte migratorie di pesci e uccelli acquatici, che si fermano nelle foreste per poco tempo o che hanno scelto questi luoghi come habitat. Infine, aiutano a proteggere le comunità locali dall’innalzamento del livello delle acque marine.
Si tratta del secondo ecosistema più ricco di carbonio al mondo dopo la foresta amazzonica, in grado di assorbire oltre mille tonnellate di CO2 in un solo ettaro. Gli alberi “catturano” l’anidride carbonica dall’atmosfera e la immagazzinano nelle foglie, nei rami, nei tronchi e nelle lunghissime radici.
Purtroppo però, come sta accadendo anche all’altro “polmone verde” del mondo, le foreste di mangrovie sono minacciate dall’estinzione. Lo confermano, in uno studio pubblicato recentemente, i ricercatori dell’università britannica di Portsmouth. Il danneggiamento di questi ecosistemi così preziosi potrebbe avere conseguenze pesanti sulla qualità dell’aria che respiriamo.
Gli studiosi hanno analizzato i grandi detriti legnosi (ovvero i tronchi di alberi ormai morti, meglio noti come necromassa) raccolti in quattro diverse foreste di mangrovie situate all’interno del Parco Nazionale di Wakatobi (Indonesia), al fine di scoprire come le varie piante immagazzinano il carbonio.
Si è visto che i tronchi raccolti nell’area più vicino alla terraferma sono decomposti dall’azione di funghi, larve di coleotteri e termiti, mentre quelli raccolti in prospicienza dell’oceano vengono degradati dall’azione di molluschi simili a vermi con conchiglie fatte di carbonato di calcio.
Insomma, esiste un delicatissimo equilibrio fra gli alberi di mangrovia caduti e gli organismi che biodegradano questa necromassa, un equilibrio che la crisi climatica in atto sta minacciando attraverso due modi.
Da una parte, l’innalzamento del livello dei mari sta influenzando il processo di assorbimento del carbonio da parte delle mangrovie. Dall’altra, si assiste a un aumento del livello di acidità delle acque marine che può dissolvere i gusci di alcuni degli organismi che degradano il legno.
I ricercatori sperano che questo studio possa dare avvio a progetti volti a tutelare e rigenerare questi ecosistemi preziosi e fragili, in modo che le generazioni future alla nostra possano ancora godere della straordinarietà della natura.
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Fonte: Frontiers in Forests and Global Change
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