In Italia ci sono più di 11mila barriere che intrappolano i corsi d'acqua: il nuovo report del WWF che fotografe una grave situazione.
In occasione della Giornata mondiale dei fiumi, in programma il 26 settembre, il WWF snocciola dati preoccupanti: in Italia ci sono più di 11mila barriere che intrappolano i corsi d’acqua
I nostri fiumi non sono in buona salute e richiedono subito un’azione di riqualificazione, soprattutto per ridurre il rischio idrogeologico, aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici e tutelare la biodiversità e riqualificare gli ecosistemi d’acqua dolce. È quanto emerge da un nuovo report da cui viene fuori un dato chiarissimo: oltre 11mila le barriere in Italia intrappolano i corsi d’acqua.
Per questo lo scorso 22 marzo, il World Water Day, il WWF Italia, Federazione Italiana Canoa Kayak e Spinning Club Italia hanno lanciato l’iniziativa di Citizen science LiberiAmo i fiumi per sensibilizzare sullo stato dei nostri corsi d’acqua.
Grazie a questa iniziativa volontari, canoisti e pescatori hanno censito dal 22 marzo a oggi le barriere artificiali lungo molti corsi d’acqua e con l’APP Barrier Tracker e sono state identificate 11.054 barriere (dighe, traverse, rampe, chiuse) alla continuità ecologica e geomorfologica dei fiumi italiani. È stato così possibile integrare le 630mila segnalazioni inserite nell’Atlante Pan-Europeo delle Barriere In-Stream del progetto europeo Adaptive Management of Barriers in European Rivers (AMBER, un progetto di ricerca finanziato dal programma quadro Horizon 2020 dell’Unione Europea). Molte barriere sono obsolete e controproducenti e potrebbero essere rimosse.
Questa azione contribuirebbe all’impegno di riconnettere e riqualificare 25.000 km di fiumi entro il 2030 come richiesto nella Strategia Europea per la Biodiversità. In Europa sono state identificate 830 barriere che sarebbe importante rimuovere e ad oggi ne sono state rimosse ben 111 tra dighe e traverse in Europa.
In Italia ancora non si muove nulla ed è necessario redigere urgentemente un Piano di ripristino ambientale – dicono dal WWF, come richiesto dalla Strategia Europea per la Biodiversità, e un programma di rimozione di barriere. Il Piano dovrebbe indicare come l’Italia intenda contribuire a ripristinare la connettività e a rimuovere opere obsolete per contribuire, con almeno 1.600 km di fiumi riqualificati, all’obiettivo europeo.
Sui fiumi la Strategia UE afferma che “occorre adoperarsi di più per ristabilire gli ecosistemi di acqua dolce e le funzioni naturali dei fiumi. Uno dei modi per farlo consiste nell’eliminare o adeguare le barriere che impediscono il passaggio dei pesci migratori e nel migliorare il flusso libero dei sedimenti: s’intende così ristabilire lo scorrimento libero di almeno 25.000 km di fiumi entro il 2030”.
Il tempo per agire è quasi scaduto – conclude Andrea Agapito Ludovici, Responsabile Acque WWF Italia – è necessario da un lato iniziare a rinaturalizzare i nostri fiumi, e dall’altro bloccare ulteriori interventi di mini-idroelettrico lungo i corsi d’acqua naturali ed evitare la costruzione diffusa di invasi, che aumentano la frammentazione del reticolo idrico superficiale e la vulnerabilità agli impatti dei cambiamenti climatici del territorio. E come WWF abbiamo voluto dare il nostro contributo con l’iniziativa LiberiAmo i Fiumi, con l’obiettivo di mappare, con sempre maggior precisione, tutto ciò che ostacola artificialmente i nostri corsi d’acqua. Per creare una banca dati europea delle barriere.
QUI trovate il report intero.
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Fonte: WWF
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