Il fotografo e artista americano Chris Burkard nel suo nuovo libro 'A Glacier's End' esplora i sistemi fluviali del ghiacciaio islandese
Scatti che danno voce ai fiumi glaciali islandesi sempre più minacciati dalla costruzione di nuove centrali idroelettriche. Il fotografo e artista americano Chris Burkard nel suo nuovo libro ‘A Glacier’s End’ esplora i sistemi fluviali del ghiacciaio islandese, raccontando attraverso le immagini, paesaggi che sembrano ultraterreni.
Le fotografie sono state scattate da un piccolo aereo e rimandano a una prospettiva suggestiva. “I fiumi glaciali islandesi sono dipinti astratti della natura, afferma Burkard – Sembra ovvio che i fiumi così selvaggi e meravigliosi siano protetti, ma la dura realtà è che molti sono stati arginati, principalmente per fornire energia agli impianti idroelettrici. C’è un massiccio movimento di conservazione per preservare questi fiumi, ma ci riuscirà?”.
Da tempo Chris Burkard racconta la bellezza delle zone più remote dell’Islanda e la sua prima volta la definisce come ‘un’esperienza viscerale’. Ma il libro, come dicevamo, non riguarda solo il fascino della topografia islandese: i fiumi che Burkard ha catturato per più di sette anni stanno scomparendo, per fare spazio a dighe costruite per aumentare l’energia idroelettrica del paese.
Da sette anni, il fotografo documenta cosa sta succedendo e come sta cambiando il paesaggio. Nato e cresciuto tra Los Angeles e San Francisco, ha scelto una carriera che gli ha permesso di esplorare il mondo.
“Ho iniziato ad andare in posti che sapevo avrebbero nutrito la mia anima in un modo diverso, perché avevano bisogno di ritrovare me stesso”, ha detto alla CNN.
Tutti paesaggi che ha visto mutare nel tempo in maniera negativa e nella maggior parte delle volte, per via della presenza sempre più massiccia dell’uomo. Così, quando il pilota di Burkard, Haraldur Diego, inizia a raccontargli del futuro incerto dei fiumi islandesi a causa di un numero crescente di centrali idroelettriche nel paese, il lavoro del fotografo prende una svolta ambientale.
Fino ad oggi, Burkard ha viaggiato nel paese più di 40 volte, ma ci sono voluti anni per dare vita a questo libro.
“La prima volta che ho sorvolato i fiumi, ci sono stato nel periodo sbagliato dell’anno. Era primavera e non scorreva acqua. Ho imparato che questi fiumi, proprio come un’aurora o la luna, sono ciclici”, ha detto ancora.
L’Islanda è spesso propagandata per la sua leadership nelle energie rinnovabili, con il 65% della sua produzione proveniente da fonti geotermiche. Inoltre, il 20% proviene da energia idroelettrica, a costi elevati per l’ambiente. L’imponente e controversa centrale idroelettrica di Kárahnjúkar, completata nel 2009, alimenta una sola fonderia di alluminio ma richiede cinque dighe su due fiumi, tra cui la diga di Kárahnjúkar, la più grande del suo genere in tutta Europa.
“So che anche il mio lavoro emette emissioni, ma è necessario documentare quello che sta accadendo. L’Islanda è magica. In molti modi mi perseguita. Mi tiene sveglio la notte, mi fa pensare che le generazioni future non saranno in grado di vedere tanta bellezza. Sento che questo è il mio piccolo contributo a questo tipo di opere d’arte”.
Il libro è disponibile a questo link
Fonte: CNN/HypeBeast/Chris Burkard
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