Roberta Ragni E' tanto bella quanto rara. Una delle formazioni di brina più strane e insolite che si possono trovare nel mondo sono certamente i vaporosi "fiori di brina", detti anche "piume di brina", "castelli di brina" o "crystallofolia", che sembra quasi scolpita da folletti.
È tanto bella quanto rara. Una delle formazioni di brina più strane e insolite che si possono trovare nel mondo sono certamente i vaporosi “fiori di brina”, detti anche “piume di brina”, “castelli di brina” o “crystallofolia”, che sembra quasi scolpita da folletti.
Ma si tratta di termini decisamente impropri: mentre la brina, infatti, è creata dal vapore acqueo, i fiori di brina sono formati da acqua liquida. Incredibilmente delicati, tanto da sparire se toccati o appena il sole si alza nel cielo, si presentano come una piccola palla di zucchero filato, di pochi centimetri di diametro, costituita da gruppi di sottili filamenti di brina ricurvi.
Non molto è stato scritto molto su questo fenomeno insolito, ma sembra che i filamenti nascano in condizioni particolarissime: solo in autunno o nelle prime mattine d’inverno, quando la brina viene spinta fuori da fusti di piante o dal legno in strati estremamente sottili. L’estrusione crea queste forme meravigliose, che si arricciano e si piegano in piccioli congelati e bellissimi “fiori”, che danno a questo fenomeno sia il nome che l’aspetto.
Quando la temperatura arriva a zero, o meno, le linfa nello stelo delle piante si espande. La pressione crescente sullo strato esterno del gambo dà luogo a crepe microscopicamente sottili, una sorta di fessure lineari. L’acqua viaggia sullo stelo esterno, raggiunge la crepa e si gela. Quando nuova acqua raggiunge le crepe e anch’essa congela, spinge la formazione di ghiaccio precedente lontano dal gambo. In questo modo si formano i sorprendenti ‘petali’ che vedete in queste immagini.
Roberta Ragni
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