Il 22 aprile un gruppo di ricerca della Michigan State University ha continuato l’esperimento più lungo della storia che dura da 142 anni.
Lo scorso 22 aprile un gruppo di ricerca della Michigan State University (Usa), nelle trame del buio, ha dissotterrato dei semi rinchiusi un una bottiglia, li ha sparsi su un terreno e si è messo in attesa di capire quali di questi avrebbe germinato. Ma questo accade ogni 20 anni da 142 anni. Ed è l’esperimento botanico più lungo della storia.
Una data indimenticabile dunque il 22 aprile, racconta il New York Times, significativamente l’Earth Day 2021: non una prassi quotidiana della ricerca biologica Usa, ma qualcosa che accade ogni 20 anni, dopo la prima “sepoltura” iniziata ben 142 anni fa.
Siamo nel 1879, il professore di botanica WJ Beal seppellisce 20 bottiglie, ciascuna con 1.050 semi appartenenti a 21 specie diverse, chiedendo che una di loro venga dissotterrata periodicamente e che i semi vengano piantati: l’obiettivo è determinare il periodo di tempo massimo che i semi di alcune delle piante più comuni possono “sopportare” dormienti nel terreno, prima di perdere completamente vitalità, “misurata” esponendoli poi a condizioni favorevoli.
“Beal ha selezionato campioni di cinquanta semi appena coltivati da ciascuna delle ventuno specie diverse […] – si legge sul sito dell’Ateneo. Un totale di venti campioni sono stati preparati mescolando i semi in sabbia moderatamente umida e posti in bottiglie, a loro volta poi sepolte nel campus della Michigan State University, stappate e posizionate con la bocca inclinata verso il basso per evitare l’accumulo di acqua nelle bottiglie”.
Quanto tempo potevano stare così i semi ancora vitali?
Nel 2000, i biologi vegetali Frank Telewski e Jan Zeevaart hanno aperto la bottiglia numero 15 e hanno piantato i semi: è cresciuta solo una specie, la falena verbasco (Verbascum blattaria). Ma l’esperimento è ancora in corso, e potrebbe durare fino al 2100 a meno che non si scopra che la “vita utile” di tutti i semi è più corta del previsto.
Quello che era iniziato come un semplice tentativo di misurare la persistenza dei semi è diventato quindi un esperimento più interessante con il passare dei decenni. Con il miglioramento della tecnologia e l’aumento delle conoscenze, infatti, gli scienziati possono fare di più che contare i germogli di successo di ogni bottiglia. Ad esempio possono analizzare i semi in dettaglio con l’obiettivo di capire le caratteristiche che ne determinano la longevità e persino, in alcuni casi, far rinascere specie che sembravano morte.
Solo una curiosità scientifica? Tutt’altro!
Le lezioni dal loro lavoro potrebbero essere di aiuto per moltissime applicazioni, dal ripristino degli ecosistemi danneggiati (e purtroppo l’uomo ne danneggia molti) fino alla conservazione dei semi delle colture a lungo termine.
… to be continued …
Fonti: The New York Times / Michigan State University / Michigan State University/Dr. Telewski’s Research Page
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