I semi del cetriolo di Giava si librano in aria e planano dolcemente grazie a una struttura alare che gli consente di allontanarsi dalla pianta madre
I semi del cetriolo di Giava sono in grado di volare con grazia ed eleganza per notevoli distanze prima di planare dolcemente a terra e dare vita a una nuova pianta.
Questi semi possono volare grazie alla struttura alare ampia fino a tredici centimetri e al loro peso ridotto che consentono di allontanarsi anche di molto dalla pianta che li ha generati.
L’oscillazione in aria dei semi del cetriolo di Giava è spettacolare e in passato ha incuriosito e ispirato anche i pionieri del volo.
Il cetriolo di Giava fa volare i suoi semi, che planano sulla terra
ll cetriolo di Giava (Alsomitra macrocarpa) è una liana rampicante che appartiene alla famiglia delle Curbitaceae.
Il frutto del cetriolo di Giava è il tipico peponide di questa famiglia di piante, cui appartengono anche il melone, la zucca, il cocomero e il cetriolo.
Arrivato a maturazione, il frutto si apre e lascia fuoriuscire una gran quantità di semi alati che si librano in aria e compiono un vero e proprio volo in cui salgono perdendo velocità per poi riguadagnarla e risalire.
Questo moto in aria si ripete in modo costante permettendo al seme del cetriolo di Giava di percorrere notevoli distanze prima di planare dolcemente a terra.
L’oscillazione dei semi del cetriolo di Giava ha incuriosito e ispirato diversi pionieri del volo: Igo Etric, aviatore austiaco, nel 1910 costruì il monoplano Etrich Taube basandosi proprio sullo studio dei semi dell’Alsomitra macrocarpa.
Il volo dei semi del cetriolo di Giava è reso possibile dal loro peso ridotto (0,2 grammi) e dalla presenza di due appendici alari che si estendono ai lati del seme per una lunghezza totale di circa 13 centimetri.
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Perché le piante disperdono i loro semi a distanza
Prima che il seme germini originando un nuovo individuo vegetale, è necessario che sia allontanato dalla pianta che lo ha prodotto.
La dispersione dei semi, o disseminazione, può riguardare direttamente i semi oppure l’intero frutto o parti del frutto ed è un processo fondamentale per la sopravvivenza di una specie vegetale.
Se i semi germinassero tutti nei pressi della pianta madre, si svilupperebbero numerose piante identiche nella stessa zona, con uguali esigenze per quanto riguarda i nutrienti.
Le piante si ammasserebbero ed entrerebbero in competizione tra loro per i sali minerali e l’acqua presenti nel terreno e per la luce.
Questo danneggerebbe tutti gli individui vegetali, compresa la pianta madre, e non consentirebbe alla specie di diffondersi in nuovi territori.
Le piante usano dunque strategie e mezzi diversi per allontanare i semi il più possibile dalla pianta che li ha generati e tali strategie consentono ai semi di percorrere viaggi più o meno lunghi.
Così come avviene per la dispersione del polline, anche la dispersione dei semi può essere affidata al vento, all’acqua o agli animali.
La disseminazione anemocora, quella che avviene a opera del vento, è resa possibile grazie alla formazione del calice in pappo – come avviene spesso nelle Asteraceae – alle piccole dimensioni e alla leggerezza di alcuni frutti e semi o alla formazione di strutture alari, come succede ai semi del cetriolo di Giava.
In alcuni casi la pianta partecipa in modo attivo alla disseminazione tramite strategie particolari, ad esempio aumentando la pressione all’interno del frutto e causando così una vera e propria esplosione che disperde i semi a grandi distanze.
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Tatiana Maselli