Ampliare la copertura arborea di città e località può essere la soluzione per ridurre l'impatto dei cambiamenti climatici e proteggere la popolazione dall'inquinamento urbano, dalle ondate di caldo estremo che si stanno registrando in queste settimane e dai rischi per la salute connessi alla canicola. Il tutto tramite la regola del 3
Rigenerare il verde cittadino con la piantumazione di specie arboree può realmente combattere il cambiamento climatico, riducendo l’impatto devastante della crisi del nostro clima e proteggendo i residenti da picchi di calore estremo.
Ma come massimizzare la presenza di aree verdi nei centri urbani e trasformare efficacemente l’aspetto di una città? Ce lo dice la regola del 3, un concetto che si articola in 3 punti. Vediamo quali sono.
La regola del 3
La regola del 3 prevede che ogni cittadino debba:
- vedere 3 alberi dalla finestra di casa
- vivere in un’area che prevede il 30% di copertura arborea
- avere a 300 metri di distanza dalla propria abitazione uno spazio verde, seguendo l’idea della città dei 15 minuti
Le direttive si presentano come un investimento per le generazioni future, un piano d’azione per lasciare loro una città più verde e più salubre poiché se non agiamo ora, le conseguenze saranno peggiori di quanto possiamo solo prevedere e temere.
In Italia, purtroppo, gli eventi meteo estremi e improvvisi ci colgono ancora impreparati, dobbiamo migliorare le nostre capacità di prevenire e essere proattivi.
Uno dei primi passi da fare è cambiare le politiche di pianificazione, in particolare nelle città, dove, nel prossimo futuro vivrà la maggiore parte delle persone e dove è necessario aumentare la presenza di alberi e gestire al meglio il deflusso delle acque piovane, scrive l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana.
Avere più alberi tra le strade concederà ai cittadini non solo un momento di sollievo dalla morsa del caldo, ma ridurrà al contempo lo scivolamento dell’acqua piovana, un fenomeno che ci suonerà sempre più familiare per via della lunga siccità che il Paese sta attraversando.
Ecco perché i singoli Comuni dovrebbero orientarsi tutti verso questo approccio. Serve diffondere una filosofia ecologica dove i parchi e le aree verdi non debbano essere considerati più come realtà isolate, ma piuttosto come uno spazio interconnesso di cui facciamo tutti parte.
In questa visione d’insieme ogni elemento ha un ruolo preciso, fondamentale per la vita dell’intero sistema. Portare avanti un pensiero del genere nella nostra società non è tuttavia cosa facile.
Sarà difficile per le nostre città rispettare questi tre parametri, l’obiettivo è quello di rispettarne almeno uno, adottando una mentalità ecologica e abbandonando una visione egologica del mondo: “Non si può entrare in casa degli altri sfondando la porta”, sottolinea l’ARPAT.
Ampliare la vegetazione arborea nei centri urbani può solo portare dei benefici vito che gli alberi immagazzinano carbonio e ripuliscono l’aria che respiriamo, ma tra capitozzature, tagli indiscriminati, e piantumazioni errate applicare la regola del 3 appare, ahinoi, un’utopia.
Riusciremo a metterla in pratica? Staremo a vedere, ma se continuiamo ad abbattere alberi – molte delle volte senza alcun motivo valido come avvenuto durante il lockdown – la risposta allora è retorica.
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