Cosa sono quelle conchiglie bucate sulla spiaggia? La spiegazione dei fori è nelle leggi della Natura

Non è così raro trovare conchiglie sulla spiaggia che presentano un piccolo me preciso foro: valve di molluschi bivalvi perforate e qualcuno a volte le usa per costruire collanine e braccialetti (anche se è vietato raccogliere le conchiglie!). Ma quel foro non è casuale, è il risultato di una predazione. Fornisce la spiegazione esatta Andrea Bonifazi, scrittore e divulgatore scientifico

Ci si fanno collanine e dei braccialetti con quelle conchiglie che troviamo sulla spiaggia (anche se, ricordiamo, è illegale raccoglierle!), grazie a quel minuscolo e preciso foro. Che però è il risultato di una predazione, come spiega Andrea Bonifazi, scrittore e divulgatore scientifico.

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Quelle conchiglie sono in particolare valve di molluschi bivalvi e sono forate perché predate da piccoli molluschi Gasteropodi appartenenti alla famiglia Naticidae, comunemente conosciuti come ‘Natiche’.

Molto comuni lungo le nostre coste, sono tra i più infallibili, voraci e insospettabili predatori – spiega Bonifazi – Immaginate una simpatica e delicata chiocciolina rosa o a puntini che…perfora una tellina con la sua ruvida “lingua dentata” e ne divora l’animale quando è ancora in vita!

L’esperto spiega che il meccanismo di predazione è davvero sofisticato e perfetto: dopo aver scovato lo sfortunato bivalve infossato nella sabbia, il predatore lo immobilizza sia con il piede, sia tramite secrezioni chimiche.

A questo punto cerca il punto più adatto alla perforazione, iniziando a raschiare la conchiglia della sua preda con i suoi “denti” in un movimento ad arco di cerchio che copre circa 20°. E a questo punto “riposa” per circa 120 – 300 secondi mentre il punto da perforare viene coperto da un organo accessorio del piede, la ghiandola perforatrice, che secerne una sostanza in grando di sciogliere il carbonato di calcio di cui è costituita la valva della preda.

A questo punto il predatore sposta il piede e riprende a raschiare, alternandosi sempre con il lavoro della ghiandola. E questa alternanza di lavoro può durare anche oltre 60 ore. Non appena il foro viene ultimato, il predatore inizia a divorare la preda, ormai inerme.

Il foro è differente a seconda della specie che lo produce ed il pasto che ne scaturirà potrà essere sufficiente per i successivi 5-14 giorni

L’esempio mostra come i predatori possono anche essere piccoli e apparentemente innocui.

La prossima volta che, passeggiando in spiaggia, avrete modo di ammirare questi perfetti forellini, riflettete sul complesso e spettacolare processo che li genera e su come essi rappresentino allo stesso tempo la morte per un individuo, ma la vita per un altro. E ricordate che in Natura i predatori non sono solo i leoni, gli squali, le aquile e le tigri, ma anche molte piccole, delicate e apparentemente “innocenti chioccioline” che vivono sulla sabbia!

Ma ricordiamo anche – aggiungiamo noi – che la Natura a volte può sembrare spietata ma i suoi meccanismi hanno permesso millenni di vita: l’unico delitto è provocare l’alterazione dei suoi meravigliosi equilibri.

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Fonte: Andrea Bonifazi/Scienze Naturali

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