Un nuovo studio dimostra che agricoltura intensiva e uso dei pesticidi minacciano le più importanti coltivazioni del mondo, considerate cruciali per il futuro della sicurezza alimentare mondiale
Un nuovo studio dimostra che agricoltura intensiva e uso dei pesticidi minacciano le più importanti coltivazioni del mondo, considerate cruciali per il futuro della sicurezza alimentare mondiale
Le piante selvatiche (crop wild relatives o CWR) sono piante strettamente imparentate con le normali piante coltivate e rappresentano una essenziale fonte di diversità genetica che può aiutare le colture ad adattarsi all’ambiente che sta mutando per via dei cambiamenti climatici – andando ad incontrare la crescente richiesta di cibo nella popolazione mondiale.
Queste piante sono quindi il nostro biglietto per il futuro, se vogliamo continuare a sfamare la popolazione del mondo e garantire la prosperità del settore agricolo. Purtroppo, però, le forme spontanee di alcune delle colture più importanti del mondo, endemiche dell’America centrale e meridionale sono minacciate dall’estinzione, secondo un nuovo studio.
I ricercatori hanno analizzato 224 specie selvatiche in Messico, Guatemala, El Salvador e Honduras, che sono diventate fondamentali per la nostra alimentazione e la produzione di capi di abbigliamento, e che furono ‘addomesticate’ circa 10.000 anni fa dalle popolazioni degli Aztechi e dei Maya: fra queste, fagioli selvatici, peperoncini, vaniglia, cotone selvatico, avocado e patate. Il 35% delle specie analizzate sono minacciate dall’estinzione, principalmente a causa dell’agricoltura intensiva, del riscaldamento globale, dell’utilizzo dei pesticidi e dell’aumento della salinità del suolo. L’estinzione di queste colture rappresenta una minaccia per la sicurezza alimentare di tutto il mondo, soprattutto ora che la popolazione umana si appresta a raggiungere la cifra record dei 10 miliardi.
L’ambiente sta cambiando troppo velocemente e le colture non hanno il tempo di adattarsi – spiega la dottoressa Barbara Goettsch, autrice dello studio. – La salinità del suolo cambia, le temperature sono sempre più alte; a causa del cambiamento climatico, parassiti e malattie delle piante creeranno massicci squilibri nelle coltivazioni. Presto potremmo avere scarsezza di questi cibi.
Di tutte le specie studiate, almeno 16 sono state utilizzate per creare piante che siano più resilienti ai cambiamenti climatici estremi e ad altre minacce ambientali: esempi di questo sono le patate resistenti alla siccità, granturco che produce un raccolto più florido, zucche in grado di affrontare meglio il freddo.
Un esempio di quanto siano già tangibili i danni provocati all’ambiente naturale è rappresentato dalla profonda carestia che sta affliggendo il Madagascar. Il paese si trova in siccità perché non piove da troppo tempo: le colture sono morte a causa della scarsità di acqua e i campi sono secchi e brulli; oltre a questo, le alte temperature hanno favorito la migrazione delle locuste, che con la loro presenza hanno ulteriormente fiaccato la popolazione. Più di un milione di persone nel paese sta soffrendo la fame. Situazioni come questa potrebbero diventare sempre più frequenti nel prossimo futuro. Ecco perché è così importante preservare queste piante antiche ed il loro patrimonio di diversità genetica.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: Plants, People, Planet
Ti consigliamo anche:
- Dagli squali al drago di Komodo: a rischio quasi un terzo delle specie di animali e piante valutati dall’IUCN
- Non solo animali! Le attività umane stanno facendo estinguere anche queste specie di alberi selvatici
- Presto potremmo non avere più banane, la crisi climatica fa esplodere fungo che devasta le colture