I “cerchi delle fate” non sono solo in Namibia. Anche l'Australia vanta queste particolari formazioni naturali, finora considerate uniche al mondo. A confermarlo è stata una nuova ricerca pubblicata su Smithsonian Magazine
I “cerchi delle fate” non sono solo in Namibia. Anche l’Australia vanta queste particolari formazioni naturali, finora considerate uniche al mondo. A confermarlo è stata una nuova ricerca pubblicata su Smithsonian Magazine.
Di che si tratta? I cerchi delle fate sono grosse forme circolari prive di vegetazione che sorgono nell’erba alta. Vengono osservate da tempo in Namibia ma non esiste ancora una spiegazione certa. Nel corso di questa settimana, i fairy circles sono apparsi anche nell’entroterra desolato del Western Australia. La scoperta potrebbe aiutare gli scienziati a spiegare meglio questo fenomeno, su cui sono state fatte tante ipotesi successivamente smentite.
In un primo momento si pensò che a creare i cerchi fossero le termiti, ipotesi poi accantonata. L’attenzione venne posta sull’erba, pensando che i cerchi fossero una sorta di meccanismo grazie al quale la vegetazione potesse sfruttare al meglio le scarse risorse dell’aspro paesaggio desertico.
La scoperta dei cerchi delle fate in Australia, descritta questa settimana su Pnas, vede prevalere questa seconda ipotesi basata sull’auto-organizzazione delle piante.
“L’acqua è limitata per cui non può sostenere una copertura vegetale continua,” spiega Stephan Getzin che lavora presso l’Helmholtz Centre for Environmental Research, in Germania.
Nel 2014 Getzin era stato co-autore di un articolo sulla distanza sorprendentemente regolare dei cerchi della Namibia, sostenendo la teoria della competizione per le risorse. Questo documento ha catturato l’attenzione di un altro scienziato, Bronwyn Bell, che ha notato la somiglianza di alcune formazioni locali in Australia e ha contattato il collega.
“Tre giorni dopo, ho ricevuto nella mia cassetta delle lettere immagini che sembravano identiche ai cerchi delle fate della Namibia” racconta Getzin. “Non potevamo crederci, i cerchi delle fate della Namibia dovrebbero essere gli unici in tutto il mondo”.
Dalle indagini condotte sul campo è emerso che le forme australiane erano molto simili a quelle della Namibia. Anche se i cerchi australiani sono di dimensioni variabili, in media, gli anelli sono abbastanza grandi da ospitare al loro interno un minivan di grandi dimensioni. E in entrambi i cerchi, è presente un anello di vegetazione circonda la parte centrale.
Anche il nuovo studio ha confermato che i cerchi rintracciati in Australia non abbiano nulla a che vedere con l’eventuale presenza di termiti. È più probabile che si tratti di un meccanismo di adattamento delle piante.
Getzin e il suo team suggeriscono che quando piove si formino delle pozze d’acqua scavando dei solchi. Qui la vegetazione trova condizioni migliori, spingendo le radici più in profondità e riuscendo a raccogliere ancora più acqua. Una spiegazione convincente ma che non è ancora confermata da prove sperimentali.
A conoscere i segreti dei cerchi delle fate ancora è solo Madre Natura.
Francesca Mancuso
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