Le ondate di calore che investono il mare minacciano la biodiversità globale al pari degli incendi boschivi. Una minaccia forse meno evidente ma non meno pericolosa
Le ondate di calore che investono il mare minacciano la biodiversità globale al pari degli incendi boschivi. Una minaccia forse meno evidente ma non meno pericolosa.
A rivelarlo è una nuova ricerca condotta dalla britannica Marine Biological Association, secondo cui le ondate di calore marine distruggono gli ecosistemi oceanici come gli incendi boschivi distruggono le foreste.
Si tratta del primo studio che osserva sistematicamente le ondate di calore marine ossia i periodi in cui le temperature degli oceani aumentano per cinque giorni o più.
Spiegano gli scienziati che negli oceani e nell’atmosfera si stanno verificando eventi meteorologici estremi. Le ondate di calore marine stanno aumentando di frequenza, con il 54% in più all’anno nel periodo che va dal 1987-2016, rispetto a quello dal 1925 al 1954. Eppure il loro impatto su specie ed ecosistemi finora è stato poco studiato.
La nuova ricerca è la prima a quantificare e contrastare l’entità e l’impatto di diverse ondate di calore marine importanti, dimostrando che esse hanno effetti negativi su una vasta gamma di organismi, con importanti ripercussioni socioeconomiche e politiche.
Lo studio, condotto dal dott. Dan Smale della Marine Biological Association (UK), ha coinvolto scienziati provenienti da 7 diversi paesi in rappresentanza di 19 diversi istituti. È emerso che le ondate di calore marine variano nelle loro manifestazioni fisiche, ma tutte influenzano le specie chiave e alterano la struttura e il funzionamento dell’ecosistema.
Più regioni all’interno dell’Oceano Pacifico, dell’Atlantico e dell’Indiano sono particolarmente vulnerabili all’intensificazione di queste ondate di calore. Qui, inoltre, è presente una ricca biodiversità.
Le conseguenze? Secondo il dott. Smale, le temperature estreme sperimentate durante le ondate di calore marine possono avere effetti negativi sugli organismi marini, portando a mortalità diffusa, cambiamenti nella gamma delle specie e a interi ecosistemi e processi ecologici.
“Gli ecosistemi oceanici affrontano attualmente una serie di minacce, tra cui la pesca eccessiva, l’acidificazione e l’inquinamento legato alla plastica, ma periodi di temperature estreme possono causare rapidi e profondi cambiamenti ecologici, portando alla perdita di habitat, estinzioni locali, catture di pesca ridotta e reti alimentari alterate. La principale preoccupazione è che gli oceani si siano riscaldati significativamente come conseguenza dei cambiamenti climatici causati dall’uomo, così che le ondate di calore marine siano diventate più frequenti e probabilmente si intensificheranno nei prossimi decenni. Proprio come le ondate di calore atmosferiche possono distruggere colture, foreste e popolazioni animali, le ondate di calore marine possono devastare gli ecosistemi oceanici” ha aggiunto.
Secondo gli autori dello studio, i cambiamenti climatici continueranno ad aumentare la frequenza delle ondate di calore marine e gli impatti associati sulla biologia marina potrebbero avere effetti di ampia portata sugli ecosistemi e sui servizi che forniscono.
La ricerca è stata pubblicata su Nature Climate Change
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Francesca Mancuso