I cambiamenti del clima rischiano di distruggere la pianta del caffè arabica, una delle varietà più buone e diffuse al mondo.
I cambiamenti del clima rischiano di distruggere la pianta del caffè arabica, una delle varietà più buone e diffuse al mondo.
A rivelarlo è uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori dei giardini botanici reali di Kew, in Gran Bretagna, in collaborazione con ricercatori etiopici, e pubblicato sulla rivista Plos One, dove si legge che entro i prossimi 70 anni assisteremo ad una riduzione compresa tra il 65 e il 99,7% dell’arbusto selvatico di Arabica.
Secondo gli studiosi, salvo inversioni di tendenza, i cambiamenti climatici potrebbero avere effetti nefasti e irreversibili sulla vita e la riproduzione delle piante da cui si ottiene la preziosa miscela arabica di caffè, che potrebbe scomparire definitivamente entro il 2080.
L’analisi – che ha monitorato e confrontato dati storici e modelli climatici sulla distribuzione territoriale di questo prezioso arbusto – ha rivelato la difficoltà di questa pianta a resistere ai cambiamenti del clima; in pratica questi arbusti non evidenziano una variabilità genetica in grado di fronteggiare i cambiamenti del clima, né di combattere nuovi parassiti o malattie.
Secondo quanto riportato dai ricercatori, le differenti tipologie di caffè Arabica usate per la produzione dei chicchi sono tutte indissolubilmente legate al destino e alla salute della pianta selvatica. Ciò vuol dire che l’estinzione di questo arbusto provocherebbe non solo una catastrofe naturale, ma anche economica, visto che il caffè arabica è una delle varietà più redditizie: la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua e la seconda merce più scambiata dopo il greggio.
Per capire la diffusione di questa varietà basta guardare i numeri di casa nostra: solo in Italia i chicchi di caffè di Arabica rappresentano il 52% delle importazioni totali di caffè.
Ma non è tutto, perché queste stime – secondo quanto riferito dagli stessi ricercatori – sono perfino ottimistiche, perché non considerano il processo di deforestazione radicale che ha colpito in questi anni l’Etiopia e il Sud Sudan, dove questa pianta è maggiormente diffusa. D’altro canto, ci potrebbero essere delle possibilità per intervenire tecnicamente nella tutela e nella conservazione di queste specie.
“L‘estinzione di caffè Arabica è una prospettiva sorprendente e preoccupante hanno fatto sapere gli scienziati – tuttavia, l’obiettivo dello studio non era quello di lanciare sterili allarmismi. Lo scenario è certamente preoccupante ma deve essere visto più come un punto di partenza, da cui valutare appieno quali azioni sono necessarie“.
Non resta che capire come tutelare queste piante.
Verdiana Amorosi
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