Ancora una volta l'Europa bacchetta il nostro Paese sulla caccia. E' stata infatti avviata una procedura di infrazione dell’Unione europea contro l’Italia per le troppe deroghe concesse dalle Regioni sull’attività venatoria.
Ancora una volta l’Europa bacchetta il nostro Paese sulla caccia. È stata infatti avviata una procedura di infrazione dell’Unione europea contro l’Italia per le troppe deroghe concesse dalle Regioni sull’attività venatoria.
Nel mirino sono soprattutto la Liguria e il Veneto (con diverse sentenze di condanna), ma anche Lazio, Lombardia, Puglia e Toscana, dove il divieto di caccia viene ogni volta rinviato o rispettato parzialmente.
La Commissione europea ha chiesto infatti al nostro Paese “di conformarsi a tre sentenze della Corte di giustizia dell’Ue, che risalgono una al 2008 e due al 2010, in cui i giudici europei hanno fatto notare ancora una volta “che la legislazione italiana non rispettava pienamente gli standard Ue in materia” di caccia e protezione degli uccelli.
Motivo? La Liguria e il Veneto hanno autorizzato, con leggi regionali, la caccia agli storni, ai fringuelli e altre specie a rischio!
L’avvio della nuova procedura d’infrazione si traduce in un vero e proprio ultimatum da parte del commissario europeo all’ambiente, Janez Potocnik, perché questa volta l’Italia avrà solo un mese per rispondere alla comunicazione di “messa in mora” sulla caccia in Liguria e in Veneto.
L’Italia quindi dovrà finalmente adeguarsi alla direttiva europea sulla protezione degli uccelli, inserendola definitivamente nell’ordinamento nazionale, senza concedere più deroghe sulla caccia, come quelle ancora in vigore in Liguria e Veneto, ma anche come Lombardia, Puglia, Lazio e Toscana.
Se l’Italia non dovesse conformarsi a quanto stabilito dall’Ue, questa volta scatteranno delle sanzioni economiche, che si ripercuoteranno naturalmente sui cittadini. Per il bene degli animali e per le nostre tasche, ci auguriamo davvero che questo non avvenga.
Verdiana Amorosi