Biodiversità: l’Onu chiede azioni veloci e decise per il raggiungimento degli obiettivi al 2020

Piccoli risultati e qualche significativo successo sul fronte della tutela globale della biodiversità. In occasione della 12a riunione della Conferenza delle Parti della CBD (Convenzione sulla diversità biologica) in Corea del Nord, si è fatto il punto sulla situazione degli obiettivi di biodiversità di Aichi (detti appunto Aichi target) da raggiungere previsti dal Piano strategico per la biodiversità 2011-2020 di Nagoya.

Piccoli risultati e qualche significativo successo sul fronte della tutela globale della biodiversità. In occasione della 12a riunione della Conferenza delle Parti della CBD (Convenzione sulla diversità biologica) in Corea del Nord, si è fatto il punto sulla situazione degli obiettivi di biodiversità di Aichi (detti appunto Aichi target) da raggiungere previsti dal Piano strategico per la biodiversità 2011-2020 di Nagoya.

Sono state illustrate le conclusioni del Global Biodiversity Outlook 4, la relazione di sintesi della CBD, la quale dimostra che nonostante i significativi progressi verso il raggiungimento degli Aichi Target, restino necessarie azioni urgenti, audaci e innovative da parte dei governi se si vogliono soddisfare gli impegni per la tutela della biodiversità previsti per il 2011-2020.

Il raggiungimento degli Aichi Target contribuirebbe in maniera significativa a garantire il ruolo predominante della biodiversità come fattore da tutelare a prescindere perché componente fondamentale del sistema Terra. La tutela della biodiversità contribuirebbe in modo sostanziale alla riduzione della fame e della povertà, al miglioramento della salute umana, ma anche ad assicurare un approvvigionamento sostenibile di energia, cibo e acqua pulita. Tutte le priorità globali previste dal programma di sviluppo post 2015.

Qualora si comprendesse il ruolo che assume la biodiversità, integrata con gli obiettivi di sviluppo sostenibile la si potrebbe portare al centro dei dibattiti politici e decisionali come argomento principale, cosa che si augura anche Ban Ki-moon.

“La gestione responsabile della biodiversità del nostro pianeta” ha aggiunto anche Achim Steiner, sottosegretario generale ONU e direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite (UNEP) “non è solo motivata da un comune senso di responsabilità verso le generazioni future. I fattori che spingono i responsabili politici per salvaguardare la biodiversità sono sempre di natura economica. Senza biodiversità sana, i mezzi di sussistenza, i servizi ecosistemici, habitat e la sicurezza alimentare sarànno compromessi. “

I progressi compiuti fino ad oggi danno la possibilità di credere che si possa raggiungere la fine della perdita di biodiversità, e insieme raggiungere gli obiettivi globali relativi al cambiamento climatico, il degrado del territorio e lo sviluppo sostenibile.

In attuazione del Piano Strategico Per La Biodiversità 2011-2020, nonostante si siano fatti enormi passi avanti sul fronte della aree protete (aumentate del 17%) delle risorse genetiche (maggiormente accessibili) e dei piani di azione nazionali (con strategie di biodiversità mirate nei singoli stati), urgono ulteriori sforzi affinché vengano centrati gli obiettivi fissati. In particolare:

Dimezzare il tasso di perdita di tutti gli habitat naturali, comprese le foreste;

– Riduzione dell’inquinamento, anche da eccesso di nutrienti come azoto e fosforo che continuano a rappresentare una minaccia molto significativa per la biodiversità e per i servizi ecosistemici a livello globale;

Riduzione delle molteplici pressioni sugli ecosistemi vulnerabili al cambiamento climatico e acidificazione degli oceani, come ad esempio le barriere coralline;

– impedire l’estinzione di specie minacciate e migliorare il loro Stato di conservazione perché per uccelli, mammiferi, anfibi e coralli non ci sono segni di miglioramento;

– ripristiare almeno il 15 per cento degli ecosistemi, in quanto nonostante gli sforzi per la conservazione c’è ancora una perdita netta di foreste;

Nessuno degli Aichi Target infatti essere affrontato singolarmente poiche strettamente correlati. Quindi appare chiaro come gli sforzi debbano riguardare tutti gli obiettivi comuni, altrimenti si rischierebbe di comprometterne l’efficacia e i benefici.

Tuttavia, il raggiungimento degli obiettivi comuni richiede cambiamenti nella società, come innanzitutto una migliore consapevolezza ambientale correlata a comportamenti sostenibili che comportino meno spreco di risorse naturali e abitudini consumistiche più moderate e ragionate.

Cristiana Priore

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