La barriera corallina sa difendersi bene dai cambiamenti climatici. Come? Producendo una sostanza chimica in grado di raffreddare il 'clima' locale in cui tale complesso ecosistema vivente si trova. Nonostante l'uomo le infligga pene atroci, la Natura sa difendersi. E questa non è che l'ultima prova
La barriera corallina sa difendersi bene dai cambiamenti climatici. Come? Producendo una sostanza chimica in grado di raffreddare il ‘clima’ locale in cui tale complesso ecosistema vivente si trova. Nonostante l’uomo le infligga pene atroci, la Natura sa difendersi. E questa non è che l’ultima prova.
A scoprire le capacità nascoste della barriera corallina è stato uno studio dello Smithsonian Institution. Con i loro colori vivaci e i pesci esotici, le barriere coralline di tutto il mondo sono costantemente messe a rischio dall’aumento globale delle temperature dovuto all’inquinamento.
Ma come sempre la Natura è in grado di superare l’uomo. Delle barriere coralline si dice spesso che i loro habitat sono tra i più sensibili al riscaldamento delle acque. Verissimo. Non dimentichiamo che esse si sono dimezzate nel corso degli ultimi 27 anni. Tuttavia, quello che la nuova ricerca ha scoperto è che le barriere non subiscono passivamente i cambiamenti climatici ma rispondono a tono.
Guidati da Jean-Baptiste Raina, i ricercatori hanno scoperto che il corallo può rilasciare una sostanza chimica, il dimethylsulfoniopropionate (DMSP), che lo aiuta a “ingegnerizzare” il proprio ambiente e a scongiurare il riscaldamento globale.
Tale sostanza può aumentare la produzione di nuvole nelle immediate vicinanze del corallo. Infatti, quando il DMSP è immesso nell’ambiente, i batteri che vivono nell’acqua lo convertono in un gas, il dimetilsolfuro (DMS). Quest’ultimo, secondo gli scienziati, è in grado di controllare il clima locale stimolando le formazione di nuvole. E più nuvole, significa più pioggia e acque oceaniche più fredde in cui vivere.
Per la prima volta è stato scoperto che un animale produce DMSP. In precedenza, gli scienziati pensavano che fossero le alghe che vivono nel corallo a produrlo. Ma non illudiamoci. Tale sistema di auto-difesa a lungo andare stressa il corallo, accelerandone il declino.
La Natura sa difendersi, è vero, ma non quando è ridotta allo stremo.
Francesca Mancuso
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