Apocalisse di insetti: in calo del 25% in 30 anni. Lo dice il più grande studio mai condotto

Secondo quanto scoperto dal più grande studio globale mai effettuato, negli ultimi 30 anni abbiamo perso il 24% degli insetti del mondo

Gli insetti stanno scomparendo a un ritmo vertiginoso. Il più grande studio globale su tali creature ha mostrato un preoccupante calo del 25% negli ultimi 30 anni, con una forte accelerazione in Europa.

Quelli apparsi agli occhi degli scienziati sono numeri scioccanti. L’analisi ha combinato 166 indagini a lungo termine riguardanti circa 1.700 siti e ha scoperto che dal 1990 abbiamo perso un quarto degli insetti esistenti. Fanno eccezione solo quelli d’acqua dolce, aumentati dell’11% ogni decennio in seguito alle azioni di bonifica di fiumi e laghi inquinati. Tuttavia, questo gruppo rappresenta solo circa il 10% delle specie e non si occupa dell’impollinazione.

Nel corso degli ultimi anni, sono stati pubblicati numerosi studi che mostrano una drastica riduzione del numero di tali creature. Il più importante aveva suggerito un notevole declino della biomassa degli insetti volanti, superiore al 75% nell’arco di 27 anni. Tale ricerca era stata pubblicata nel 2017 e aveva fatto il giro del mondo. Allora si parlò di una vera e propria “apocalisse di insetti“. Da allora, ci sono state diverse pubblicazioni in diversi luoghi in tutto il mondo ma finora nessuna aveva combinato i dati disponibili sulle tendenze dell’abbondanza di insetti in tutto il mondo per studiare quanto siano diffuse e gravi le diminuzioni.

La più grande raccolta di dati fino ad oggi

La ricerca è stata condotta dal Centro tedesco per la ricerca sulla biodiversità integrata (iDiv), dall’Università di Lipsia (UL) e dall’Università Martin Luther di Halle-Wittenberg (MLU) e chiarisce alcuni dubbi su una questione molto discussa: il declino degli insetti. Il  team internazionale di scienziati ha collaborato alla compilazione di dati provenienti da 166 sondaggi a lungo termine condotti in 1676 siti in tutto il mondo, tra il 1925 e il 2018, per studiare le tendenze nell’abbondanza di insetti (numero di individui, non specie). L’analisi ha rivelato un’elevata variazione nelle tendenze, anche tra i siti vicini.

Le aree meno colpite dall’uomo mostrano i danni minori. Nei paesi in cui sono state condotte molte indagini sugli insetti, come Germania, Regno Unito e Stati Uniti, alcuni luoghi hanno subito un calo, mentre altri abbastanza vicini hanno indicato che non vi sono cambiamenti o addirittura aumenti. Tuttavia, quando tutte le tendenze del mondo vengono combinate insieme, i risultati sono preoccupanti: tra gli insetti terrestri come farfalle, cavallette e formiche, c’è stata una diminuzione media dello 0,92% all’anno.

“Lo 0,92% potrebbe non sembrare molto, ma in realtà significa il 24% di insetti in meno in 30 anni e il 50% in meno in 75 anni, in modo silenzioso, non ce ne accorgiamo da un anno all’altro. È come tornare nel luogo in cui sei cresciuto, è solo perché non ci sei stato da anni che ti rendi improvvisamente conto di quanto sia cambiato, e troppo spesso non per il meglio” ha detto l’autore della ricerca, il dott. Roel van Klink, scienziato di iDiv e UL.

Il declino degli insetti è stato più forte in alcune parti degli Stati Uniti (Ovest e Midwest) e in Europa, in particolare in Germania. Per l’Europa in generale, le tendenze sono diventate in media più negative nel tempo, con i cali più marcati dal 2005.

Meno insetti nell’aria e più insetti acquatici

Nel nuovo studio, i ricercatori hanno scoperto che in media ci sono meno insetti che vivono nell’erba e sul terreno oggi rispetto al passato. Al contrario, il numero di insetti che vivono negli alberi è rimasto, in media, sostanzialmente invariato.

Ultimamente si è parlato di “fenomeno del parabrezza“, la percezione della fatto che ci siano meno insetti sui parabrezza delle auto rispetto a qualche decennio fa. Il nuovo studio conferma questa osservazione, come ha spiegato uno dei coautori, Jonathan Chase, professore di iDiv e MLU:

“Molti insetti possono volare, e sono quelli che vengono uccisi dai parabrezza delle auto. La nostra analisi mostra che gli insetti volanti sono effettivamente diminuiti in media. Tuttavia, la maggior parte di essi è meno visibile perché vive nel suolo, nelle chiome degli alberi o nell’acqua “.

 

insetti parabrezza

©Shutterstock/ CLP Media

Va meglio per gli insetti che vivono parte della vita in acqua come i moscerini che hanno mostrato un aumento medio annuo dell’1,08%, pari al 38% in 30 anni. Questa tendenza positiva è stata particolarmente forte nel Nord Europa, negli Stati Uniti occidentali e dai primi anni ’90 in Russia. Per Jonathan Chase questo è un buon segno:

“Questi numeri mostrano che possiamo invertire queste tendenze negative. Negli ultimi 50 anni sono state prese diverse misure per ripulire i nostri fiumi e laghi inquinati in molti luoghi del mondo. Ciò potrebbe aver permesso il recupero di molte popolazioni di insetti d’acqua dolce”.

Le cause del declino degli insetti

Non è semplice individuarle tutte ma di certo la distruzione degli habitat naturali – in particolare attraverso l’urbanizzazione – è associata al declino degli insetti terrestri. Lo sono anche il cambiamento nell’uso del suolo e l’uso di pesticidi.

Lo studio è stato pubblicato su Science.

Fonti di riferimento: Eurekalert, Science

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