Le api selvatiche sono tornate! Come aiutarle tramite un’app

Se durante le vostre passeggiate all'aria aperta notate un alveare con api selvatiche, potete contribuire alla loro salvaguardia

Se durante le vostre passeggiate all’aria aperta notate un alveare con api selvatiche, potete contribuire alla loro salvaguardia grazie a una semplice app, scattando una foto. A svilupparla è stata la Fondazione Mach di San Michele all’Adige che sta portando avanti il progetto “BeeWild” volto al censimento degli alveari selvatici di tutta Europa.

Qual è la presenza di Apis mellifera sul continente europeo e in Italia, allo stato selvatico? Quante colonie esistono di questo prezioso insetto, fondamentale per l’impollinazione e la sopravvivenza stessa della fauna selvativa? Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo dare il nostro contributo grazie a questa semplice app che ha lo stesso nome del progetto.

Secondo la Fondazione, le colonie non gestite ossia quelle selvatiche sono di fondamentale importanza per la conservazione delle api locali e delle diverse sottospecie di Apis mellifera:

“Un tutta Europa oggi si sta sottolineando l’importanza di tutelare in vario modo queste sottospecie, che risultano strategiche per l’ambiente ma anche per il futuro dell’apicoltura. Studiare la diffusione e la sopravvivenza nel tempo di queste colonie non gestite dall’uomo non ha assolutamente lo scopo di individuarle e di prelevarle dai loro ambienti, anche perché la ricerca scientifica ci dice che sarebbe del tutto inutile. Ma attraverso i loro fuchi, i maschi delle api, queste colonie potrebbero facilmente trasferire anche alle api gestite dagli apicoltori della stessa zona le loro caratteristiche positive”.

Perché è importante conoscere e proteggere l’ape da miele

L’ape da miele, quella allevata dagli apicoltori, è un insetto autoctono in quasi tutta Europa, l’Africa e il vicino oriente ed è uno dei principali impollinatori, ritenuto indispensabile di oltre un terzo del cibo che consumiamo. Fino a pochi decenni fa le colonie allo stato selvatico di Apis mellifera erano presenti ovunque dagli alberi cavi agli edifici abbandonati ma negli ultimi 40 anni si è assistito a un forte declino delle colonie selvatiche soprattutto a causa di un parassita, l’acaro Varroa destructor.

Quest’ultimo ha inizialmente decimato sia le api da miele selvatiche che quelle gestite dagli apicoltori, ma essi hanno immediatamente compreso come proteggere le loro colonie. Diversa invece la situazione delle api selvatiche, quasi del tutto sparite.

“Per molti anni si è addirittura pensato che in Italia ed in Europa le api da miele allo stato selvatico fossero quasi totalmente scomparse. Negli ultimi anni si sta tuttavia assistendo ad un sensibile incremento di segnalazioni casuali ma purtroppo non ci sono praticamente dati scientifici se non per aree molto limitate. Ecco dunque la necessità di un’azione di censimento e monitoraggio capillare e su larga scala che solo attraverso la Citizen Science può essere realizzato in modo efficace” prosegue la Fondazione.

Conoscere la reale distribuzione delle colonie di Apis mellifera è fondamentale:

“Studiare la diffusione e la sopravvivenza nel tempo di queste colonie non gestite dall’uomo non ha assolutamente lo scopo di individuarle e di prelevarle dai loro ambienti, anche perché la ricerca scientifica ci dice che sarebbe del tutto inutile. Ma attraverso i loro fuchi, i maschi delle api, queste colonie potrebbero facilmente trasferire anche alle api gestite dagli apicoltori della stessa zona le loro caratteristiche positive” conclude FEM.

Come funziona l’app BeeWild

Essa permette di conoscere la reale distribuzione delle colonie di Apis mellifera che vivono allo stato selvatico. Dopo averla scaricata gratuitamente, BeeWild  contiene una guida semplice e chiara per riconoscere le api e permettere ai cittadini, attraverso una tipica azione di Citizen Science, di segnalarne la posizione. Inoltre, è possibile anche inviare le foto per ottenere una conferma da parte di un team di esperti.

I dati raccolti dalla app aiuteranno anche a capire l’attuale distribuzione di questa fondamentale specie allo stato selvatico. L’app è stata ideata dal gruppo api del Centro Trasferimento Tecnologico di FEM ed è stata realizzata dal personale dell’unità Agrometeorologia e Sistemi Informatici con la collaborazione del Centro Ricerca e Innovazione. A gestire le segnalazioni inviate dagli utenti, parteciperà anche la World Biodiversity Association onlus.

Clicca qui per scaricare l’app su Google Play ed Apple Store

Fonti di riferimento: Fondazione Mach

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