Nuovo triste primato per il mese di febbraio appena trascorso che ha registrato una deforestazione record in Amazzonia rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti. I dati dell'Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile parlano chiaro
La deforestazione nella foresta pluviale amazzonica brasiliana ha toccato livelli record a febbraio 2023, si parla dei dati più alti mai registrati per questo mese. A dirlo è l’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile.
I dati mostrano che a febbraio sono andati distrutti 322 km quadrati di foresta amazzonica, con un incremento del 62% rispetto a febbraio 2022 e ben al di sopra della media di 166 km quadrati per il periodo.
Si tratta anche del dato più alto mai registrato da quando sono iniziati i monitoraggi dell’Inpe nel 2015.
Lo stato del Mato Grosso è in testa in quanto ad allarme deforestazione, con 162 km² (50,3% del totale) persi, seguito da Pará e Amazonas, entrambi con 46 km² (14,2% del totale).
Insomma, sembra che ancora non si “veda la luce” dopo anni e anni di disboscamento illegale verificatosi sotto la presidenza di Bolsonaro.
Come ha dichiarato Rômulo Batista, portavoce per l’Amazzonia di Greenpeace Brasile:
Abbiamo appena lasciato un governo che ha sostenuto la deforestazione. Mentre l’ispezione e il controllo non raggiungono il territorio, i taglialegna illegali potrebbero cogliere l’occasione per espandere questa deforestazione.
Tra l’altro, come hanno fatto sapere esperti e funzionari ambientali, le tempistiche per migliorare la situazione dell’Amazzonia non sono propriamente rapide. Potrebbero volerci infatti anni per ridurre significativamente la deforestazione dopo che Bolsonaro ha tagliato i fondi e il personale delle agenzie chiave.
Fortunatamente, i dati di gennaio dell’Inpe erano un po’ più incoraggianti. In quel mese, infatti, il livello di deforestazione è stato inferiore alla media e il sistema aveva indicato un calo del 61%, rispetto allo stesso periodo del 2022, raggiungendo i 167 km².
Ma sempre Rômulo Batista spiega che i dati così discrepanti tra gennaio e febbraio potrebbero essere dovuti a numerosi fattori, tra cui l’intensa nuvolosità del periodo, che rende difficile l’osservazione:
Innanzitutto è necessario capire la metodologia del programma di monitoraggio svolto dall’Inpe, che è un riferimento nazionale e internazionale. I sistemi sono basati su satelliti ottici e non possono vedere sotto le nuvole. Questo potrebbe essere stato responsabile di differenze così grandi nei primi due mesi, tenendo presente che siamo nell’inverno amazzonico, caratterizzato da piogge molto intense e copertura nuvolosa. Cioè, parte del disboscamento registrato ora a febbraio potrebbe essere del mese di gennaio o anche di mesi precedenti a febbraio.
C’è infine da tenere conto che è soprattutto durante l'”estate amazzonica”, che va da giugno a novembre, quando le precipitazioni sono scarse, che la deforestazione tradizionalmente aumenta.
Dobbiamo aspettarci quindi un ulteriore incremento del fenomeno nei prossimi mesi?
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Fonte: Greenpeace Brasil
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