Tree of Life o Shajarat-al-Hayat, nel Bahrain, è un albero meraviglioso, la cui sopravvivenza è avvolta nel mistero e nella leggenda. Situato a 10 km da Askar e a 3,5 km ad ovest da Jaww, "L'albero della vita" è un esemplare di "Prosopis cineraria" di 400 anni, immerso in una zona desertica completamente priva di una fonte apparente di acqua e di altra vegetazione per chilometri e chilometri.
Tree of Life o Shajarat-al-Hayat, nel Bahrain, è un albero meraviglioso, la cui sopravvivenza è avvolta nel mistero e nella leggenda. Situato a 10 km da Askar e a 3,5 km ad ovest da Jaww, “L’albero della vita” è un esemplare di “Prosopis cineraria” di 400 anni, immerso in una zona desertica completamente priva di una fonte apparente di acqua e di altra vegetazione per chilometri e chilometri.
Questa specie, però, è nota proprio per la sua capacità di adattarsi molto bene ai deserti secchi e prosperare in condizioni aride, con precipitazioni minime di appena 150 millimetri all’anno. Riesce a sopravvivere grazie alle sue profondissime radici, che possono superare i 50 metri di profondità per raggiungere le fonti di acqua che scorrono nel sottosuolo.
Il mistero dell’Albero della Vita del Bahrain, in realtà, è meno enigmatico di quanto si possa pensare. Il terreno su cui cresce, infatti, è solo 9-12 metri sopra il livello del mare e le acque sotterranee in questa zona sono superiori al livello del mare.
Non troppo lontano dall’albero, poi, ci sono dei laghetti con acqua. Anche l’aria umida lo aiuta a approvvigionarsi dell’acqua necessaria, mentre un’ispezione un po’ più attenta dei dintorni rivela altri alberi nelle vicinanze. Un albero più piccolo, ad esempio, cresce a circa 850 metri a nord dall’Albero della Vita.
Le storie locali narrano che L’Albero della Vita sia stato piantato qui nel 1583. Da allora è sopravvissuto fino ad oggi, mantenendo un aspetto invidiabile con tante foglie fresche e verdi, che contrastano con la collina di sabbia su cui cresce e da dove mostra tutta la sua maestosità dinanzi al deserto.
L’albero, visibile da molto lontano, è ormai un’attrazione turistica, in quanto l’unico così grande a essere cresciuto in zona. È visitato da circa 50.000 turisti ogni anno. Sono proprio questi ultimi a danneggiarlo di sovente con intagli e graffiti. Proprio per questo recentemente è stato posizionato un recinto di ferro tutto intorno, necessario a proteggerlo dai vandali che non lasciano in pace la natura nemmeno in mezzo al deserto.
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