Gli alberi di notte vanno a dormire. Un gruppo di scienziati provenienti da Austria, Finlandia e Ungheria lo hanno dimostrato in un nuovo studio. Hanno utilizzato delle scansioni laser per studiare il bioritmo degli alberi e i cambiamenti tra il giorno e la notte. Durante la notte gli alberi si riposano.
La maggior parte degli esseri viventi adatta il proprio ritmo di attività all’alternanza tra giorno e notte e gli alberi non fanno eccezione. Ad esempio per quanto riguarda i fiori sui rami possiamo osservare che le loro corolle si chiudono alla sera per poi riaprirsi al mattino.
Da tempo gli scienziati stanno cercando di approfondire il fenomeno e ora i ricercatori dell’Università di Vienna hanno capito che tra il giorno e la notte esitono dei cambiamenti sistematici nella vita degli alberi.
Osservando gli alberi e con le necessarie misurazioni i ricercatori hanno scoperto che durante la notte i rami tendono a ricadere verso il basso di circa 10 centimetri. Nelle prime ore del mattino tutto ritorna nella posizione originaria.
I ricercatori hanno potuto descrivere il fenomeno fissando dei punti di scansione laser. Per quanto riguarda la notte ora parlano di ‘riposo degli alberi’. Le misurazioni continueranno su altri alberi per proseguire con le verifiche.
Fonte foto: TuWien
Lo studio in questione è stato pubblicato sulla rivista Frontiers in Plant Science e al momento ha riguardato in particolare gli alberi di betulla. Le osservazioni hanno permesso di verificare il cambiamento di posizione di foglie e rami durante la notte.
Gli alberi studiati si trovavano in Austria e in Finlandia. Le osservazioni sono avvenute in notti senza vento e in prossimità dell’equinozio solare per garantire una lunghezza simile del dì e della notte. Poche ore prima dell’alba i rami tendevano a scendere più in basso per poi tornare nella posizione originaria dopo poche ore.
Secondo i ricercatori l’effetto della caduta potrebbe essere dovuto ad una riduzione della pressione dell’acqua all’interno dell’albero e ad alcuni fenomeni legati alla fotosintesi. Seguiranno nuovi studi per comprendere se l’idea del ritmo circadiano possa applicarsi ad altre specie di alberi. Gli scienziati sono ottimisti e pensano che questo fenomeno riguardi anche altre piante.
Marta Albè
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