Inquinamento killer. Lo smog miete più vittime degli incidenti stradali, almeno 10 volta tanto, in Europa. Si tratta di quanto emerso da uno studio condotto di recente dal commissario europeo all’ambienta Janez Potocnik. L’inquinamento dell’aria provoca migliaia di morti premature ogni anno e il numero potrebbe crescere in futuro se l’Europa non agisse subito. Ecco dunque pronto un nuovo programma per l’aria pulita.
Inquinamento killer. Lo smog miete più vittime degli incidenti stradali, almeno 10 volta tanto, in Europa. Si tratta di quanto emerso da uno studio condotto di recente dal commissario europeo all’ambienta Janez Potocnik. L’inquinamento dell’aria provoca migliaia di morti premature ogni anno e il numero potrebbe crescere in futuro se l’Europa non agisse subito. Ecco dunque pronto un nuovo programma europeo per l’aria pulita.
Secondo gli esperti, nel solo 2010 sono state più di 400 mila le morti premature causate dallo smog. Si tratta di una cifra che supera di 10 volte quella delle vittime degli incidenti stradali, con enormi costi per la salute dei cittadini e per l’economia.
Di fronte a dati tanto allarmanti, sarebbe comunque possibile agire. Infatti, secondo gli esperti, il numero delle morti premature causate dall’inquinamento dell’aria nel 2025 potrebbe essere dimezzato rispetto al 2005. Ciò significherebbe contare circa 150 mila morti in meno ogni anno. Per questo sarebbe necessario agire fin da subito per limitare lo smog. Si tratta di un intervento fondamentale per proteggere gli ecosistemi e salvaguardare la vita e la salute dei cittadini.
Il danno economico dello smog è stimato tra i 330 e i 940 miliardi di euro all’anno. Quali saranno le misure del nuovo pacchetto europeo? Il programma stabilisce alcuni obiettivi da raggiungere entro il 2030, a partire dalla revisione della direttiva sui limiti per le emissioni inquinanti. Il risparmio economico, secondo Potocnik, sarebbe di 45 miliardi di euro all’anno e il numero delle morti premature potrebbe ridursi della metà.
Il pacchetto di riforme non è ancora pronto, ma sono già nate le prime critiche. Si teme soprattutto per la sua effettiva applicazione e che le misure possano risultare troppo leggere e inadeguate per proteggere davvero l’ambiente e la salute. Inoltre, ben 17 Paesi europei, Italia compresa, risulterebbero fuori legge rispetto agli obiettivi anti-inquinamento da raggiungere entro il 2020 e il 2025. Per questo motivo saranno necessari standard più severi, a parere di Alan Andrews, avvocato di Client Earth – parte dello European Environmental Bureau – e un maggiori impegno da parte dell’Europa per migliorare la situazione attuale.
Marta Albè
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