I paesipiù poveri stanno pagando di più gli effetti dei cambiamenti climatici ma gli effetti della crisi ambientale causano vittime in tutto il mondo
Ondate di calore estremo, siccità, inondazioni e altri eventi meteorologici estremi causati dai cambiamenti climatici hanno ucciso circa 500.000 persone in tutto il mondo negli ultimi 20 anni.
I dati allarmanti sul numero di vittime provocato dalla crisi climatica provengono dal Climate Risk Index, rapporto elaborato da Germanwatch e presentato a Madrid in occasione della Cop25: oltre 12.000 eventi meteorologici estremi hanno causato la morte di mezzo milione di persone e danni economici per circa 3,54 trilioni di dollari.
Il maggior numero di morti causate da eventi estremi è stato registrato nei paesi più poveri e vulnerabili: l’India è in assoluto il paese in cui si sono verificati il maggior numero di vittime e le più alte perdite economiche e sette dei dieci paesi più colpiti nell’ultimo ventennio sono paesi in via di sviluppo come Puerto Rico, Myanmar e Haiti.
“Coloro che sono meno responsabili del problema, sono quelli che soffrono di più. Questo è inaccettabile”, ha dichiarato Renato Redentor Constantino, direttore esecutivo dell’Institute for Climate and Sustainable Cities.
I cambiamenti climatici riguardano però tutto il Pianeta e i loro effetti minacciano anche i paesi più ricchi. Paesi industrializzati come la Germania e il Giappone nel 2018 sono stati colpiti duramente da ondate di calore e siccità.
“L’indice di rischio climatico mostra che i cambiamenti climatici hanno impatti disastrosi soprattutto per i paesi poveri, ma causa anche danni sempre più gravi in paesi industrializzati come il Giappone o la Germania
Paesi come Haiti, Filippine e Pakistan sono ripetutamente colpiti da eventi meteorologici estremi e non hanno tempo per riprendersi completamente.
Ciò sottolinea l’importanza di meccanismi di sostegno finanziario affidabili per i paesi poveri come questi non solo nell’adattamento ai cambiamenti climatici, ma anche per affrontare il le perdite e i danni da esso indotti”, ha spiegato David Eckstein di Germanwatch.
Per quanto riguarda l’Italia, nel complesso risulta al 26° posto in classifica per numero e gravità degli eventi meteorologici eccezionali registrati tra il 1999 e il 2008.
Tali eventi hanno provocato 19.947 morti in vent’anni, oltre a perdite economiche quantificate in 32,92 miliardi di dollari.
Il nostro paese si piazza dunque al 26° posto in classifica per numero di eventi meteo estremi, al 18° per quanto riguarda le perdite economiche e al sesto posto nel mondo per numero di vittime riconducibili a tali eventi.
“Il vertice sul clima deve affrontare la mancanza di finanziamenti per aiutare le persone e i paesi più poveri a far fronte alle perdite e ai danni. I paesi più poveri sono colpiti più duramente dagli impatti dei cambiamenti climatici perché mancano della capacità finanziaria e tecnica di affrontare le perdite e danni
La conferenza sul clima deve pertanto portare a decisioni per determinare periodicamente le esigenze di sostegno dei paesi vulnerabili per i danni futuri. Inoltre la COP25 deve decidere le misure necessarie per offrire risorse finanziarie affidabili per soddisfare tali esigenze.
Occorre rafforzare le misure che permettano l’adattamento ai cambiamenti climatici” ha sottolineato Laura Schaefer di Germanwatch.
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