No alle fossili: il mondo si prepara alla mobilitazione di massa per bloccare miniere e industrie

Una mobilitazione globale per chiedere di fermare le estrazioni di petrolio, gas e carbone e di avviare la transizione verso un’economia al 100% rinnovabile: stiamo parlando di Break free from Fossil Fuels, un progetto transnazionale nato dalla collaborazione di realtà che da anni si battono contro i cambiamenti climatici, e che ha in calendario una serie di azioni dimostrative per il prossimo mese di maggio.

Una mobilitazione globale per chiedere di fermare le estrazioni di petrolio, gas e carbone e di avviare la transizione verso un’economia al 100% rinnovabile: stiamo parlando di Break free from Fossil Fuels, un progetto transnazionale nato dalla collaborazione di realtà che da anni si battono contro i cambiamenti climatici, e che ha in calendario una serie di azioni dimostrative per il prossimo mese di maggio.

L’iniziativa, che vede la collaborazione di realtà come 350.org e Greenpeace International, è nata per spingere i Governi a concretizzare i buoni propositi e emersi nel corso della scorsa COP21 di Parigi e per diffondere una maggiore consapevolezza nelle persone, orientando il Pianeta verso un futuro energetico più pulito e più giusto.

In concreto, tra il 4 e il 15 maggio prossimi, numerosi siti minerari e industriali, individuati sulla base della pericolosità per l’ambiente e le persone, saranno teatro di azioni di disobbedienza civile e di marce pacifiche. La speranza è che migliaia di persone aderiscano all’iniziativa, camminando insieme sulle miniere o magari sedendosi a terra per bloccare le attività dei siti industriali ed estrattivi.

“Vogliamo essere certi che non ci siano battute di arresto nella richiesta di mantenere i combustibili fossili non ancora estratti nel terreno e nella sfida alle multinazionali del petrolio, del gas e del carbone.”ha dichiarato William Bates di 350.org“Abbiamo bisogno di interrompere il flusso normale degli affari se i Governi non mettono in atto le politiche necessarie a risolvere il problema. Lo riteniamo necessario e pensiamo che sia nell’interesse di tutti.”

I Paesi in cui sono in programma azioni dimostrative e mobilitazioni sono Germania, Spagna, Indonesia, Nigeria, Stati Uniti, Canada, Brasile, Sudafrica, Israele, Palestina, Turchia, Filippine e Australia: al momento, non sono stati diffusi ulteriori dettagli, si sa soltanto che ogni azione sarà il frutto della collaborazione tra attivisti locali e coordinamento internazionale.

All’inizio del mese di maggio, inoltre, Reclaim the Power, un movimento britannico anti-fossili, porterà avanti un’azione pacifica per fermare le attività della più grande miniera di carbone a cielo aperto del Regno Unito, quella di Ffos-y-fran, in Galles.

Nessuna mobilitazione è invece prevista nel nostro Paese, in cui attualmente, accanto a centrali e raffinerie, è operativa una sola miniera di carbone (nel Sulcis, Sardegna sud-occidentale) e in cui, è bene ricordarlo, il prossimo 17 aprile si celebrerà il referendum sulle trivellazioni nel mare Adriatico. Un’occasione che permetterà ai cittadini di far sentire la loro voce.

Lisa Vagnozzi

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