L'Associazione Difesa di Ansedonia, insieme a più di 360 cittadini, ha presentato un esposto alla Procura di Grosseto, chiedendo un intervento urgente per scongiurare danni irreparabili a questo fragile ecosistema
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Rabbia, preoccupazione e allarme ambientale si stanno abbattendo, come un’onda, sulla Costa d’Argento, perla paesaggistica della Maremma toscana. Da troppo tempo, una schiuma bianca e maleodorante continua a invadere le acque antistanti il promontorio di Ansedonia, generando l’indignazione dei residenti e dei turisti.
L’Associazione Difesa di Ansedonia, insieme a più di 360 cittadini, ha presentato un esposto alla Procura di Grosseto, chiedendo un intervento urgente per scongiurare danni irreparabili a questo ecosistema fragile e prezioso marino.
L’origine della schiuma bianca
La schiuma bianca, intercettata da tempo sia in inverno che in estate, è stata analizzata dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana e dalla Capitaneria di Porto, rivelando la presenza di tensioattivi (saponi), batteri fecali e sostanze tossiche.
Sull’origine di questa contaminazione si sa poco o nulla, nonostante le numerose segnalazioni alle autorità competenti.
Una delle ipotesi più accreditate vuole che la schiuma bianca sia il risultato di un insieme di fattori, come cui la cattiva gestione della Laguna di Orbetello, gli scarichi industriali degli allevamenti ittici e il malfunzionamento del depuratore di Terrarossa, che il 2022 è stato messo sotto sequestro ed è oggetto indagini da parte della procura di Grosseto.
La Laguna di Orbetello: un ecosistema in pericolo
Paradiso naturalistico di 27 chilometri quadrati, la Laguna di Orbetello è oggi un ecosistema sempre più fragile e indebolito. La scarsa ossigenazione delle acque, il mancato dragaggio dei fondali e la proliferazione incontrollata di alghe hanno portato alla moria di pesci e a un generale deterioramento della qualità ambientale.
Gli scarichi degli allevamenti ittici, ricchi di sostanze organiche e inquinanti, aggravano ulteriormente la situazione, aumentando il rischio di mancanza di ossigeno (anossia) e compromettendo la salute dei bagnanti. La chiusura temporanea di alcune spiagge, come quella della Feniglia avvenuta il 26 maggio 2023, per il superamento dei limiti di batteri fecali testimonia la gravità della situazione.
Un grido d’allarme per la Costa d’Argento
La Costa d’Argento, parte del Santuario Pelagos, unica area marina internazionale dedicata alla protezione dei mammiferi marini e dei loro habitat nel Mar Mediterraneo, rischia di perdere il suo inestimabile patrimonio naturalistico e paesaggistico. L’inquinamento delle acque minaccia la biodiversità, la salute pubblica e l’economia locale, basata in gran parte sul turismo. L’esposto presentato alla Procura è un grido d’allarme che non potrà essere ignorato.
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