Aprire e chiudere bottiglie d’acqua danneggia l’ambiente: i tappi soggetti allo stress di avvitamento e svitamento rilasciano microplastiche.
Aprire e chiudere comunissime bottiglie d’acqua danneggia l’ambiente: uno studio del dipartimento di Scienze e Politiche ambientali dell’Università Statale di Milano ha dimostrato che i tappi soggetti allo stress di avvitamento e svitamento rilasciano microplastiche, nemico numero uno di mari e oceani. E la cosa che sorprende è che le borracce ecologiche non sono da meno.
Secondo la ricerca Does mechanical stress cause microplastic release from plastic water bottles?, infatti, lo stress meccanico derivante dalla manipolazione delle bottiglie non aumenta tanto il rilascio di microplastiche, quanto la continua apertura e chiusura del tappo, da cui possono essere rilasciati un numero elevato di microframmenti.
Le microplastiche sono ormai ovunque: dall’Artico fino alla Cina e ancora nel Regno Unito fino alla costa spagnola, mari e oceani sono contaminati. Studi che si susseguono lo confermano e gli scienziati lanciano l’allarme: viste le loro piccole dimensioni, inferiori ai 5 millimetri, vengono ingerite e alterano tutta la catena alimentare, fino ad arrivare sulle nostre tavole.
La presenza di microplastiche nell’acqua delle comuni bottiglie in plastica non è una novità, purtroppo. Un recente studio aveva già dimostrato che su 259 bottiglie di undici marche, solo 17 campioni erano indenni, mentre in tutti gli altri risultava una concentrazione media 314,6 per litro, ma con punte fino a oltre 10 mila.
Foto: Water Research
E ora un altro elemento: la continua apertura e chiusura dei tappi determina il distacco di un numero enorme di microframmenti di plastica con dimensioni osservate tra 0,54 e 39,9 µm.
“Il riutilizzo delle bottiglie in plastica, auspicabile dal punto di vista ecologico, determina un inevitabile maggior rilascio di particelle soprattutto se prolungato – afferma Paolo Tremolada, autore senior del lavoro. Bottiglie in plastica o i loro sostituti ecologici, ‘le borracce’, dovrebbero prevedere un sistema di chiusura a basso rilascio di microplastiche come potrebbe essere quello a pressione rispetto ai sistemi a vite delle normali bottiglie in plastica”.
Rischi anche per la salute umana? In realtà per ora conferme in tale senso non ce ne sono, anche se non se ne possono escludere.
“In base alle attuali conoscenze, non sembra che esista un rischio per la salute anche se il dibattito circa i possibili rischi associati all’ingestione di microplastiche è ancora aperto”, ha concluso Tremolada.
Un’indagine, comunque, che si aggiunge ai molteplici allarmi ripetutamente lanciati dalla comunità scientifica.
Il lavoro è stato pubblicato su Water Research.
Leggi anche:
- Microplastiche: l’Europa punta a metterne al bando il 90% dal 2020
- Acqua, birra e sale: la lista degli alimenti con più microplastiche
- Pioggia di microplastiche: un nuovo studio rivela che ormai sono anche nell’aria
Roberta De Carolis