Scoperte microplastiche nelle feci umane

Per la prima volta uno studio dimostra la presenza di microplastiche nelle feci umane.

Microplastiche sono state trovate nelle feci umane per la prima volta

Feci con microplastiche: se sale da cucina, acqua o pesci ne sono zeppi, era ovvio che poi ce le trovassimo anche nelle nostre deiezioni. Secondo una nuova ricerca, più del 50% della popolazione mondiale potrebbe avere microplastiche nelle proprie feci.

Ad affermarlo sono alcuni ricercatori della Medical University di Vienna e dell’Agenzia per l’ambiente austriaca, i primi a mostrare prove concrete a sostegno di questa tesi.

Le microplastiche sono rifiuti di plastica infinitesimali che vanno dai 5 millimetri ai 100 nanometri di diametro. Si trovano in molti prodotti, in particolare nei prodotti di bellezza e di pulizia, e, poiché la produzione di massa di materie plastiche è iniziata negli anni ‘40, la contaminazione da microplastica dell’ambiente marino è stata via via un problema crescente dapprima sottovalutato, ma gli scienziati stimano che circa il 2-5% di tutte le materie plastiche prodotte finiscano così nei mari.

In definitiva, le microplastiche vengono assorbite dalle creature marine e risalgono la catena alimentare dove raggiungono gli esseri umani. Una porzione di cozze da consumo in Europa, per esempio, potrebbe contenere circa 90 pezzi di microplastica. Le microplastiche sono state trovate persino nel sale marino: un chilogrammo può contenere oltre 600 microplastiche, il che significa che se si consuma il massimo apporto giornaliero di 5 grammi di sale, è equivalente a ingerire tre particelle microplastiche al giorno.

Considerando la prevalenza della microplastica nella catena alimentare, quindi, è piuttosto ovvio che la plastica torni a noi, ma nelle nostre viscere.

Lo studio

Lo studio pilota ha coinvolto otto partecipanti provenienti da tutto il mondo (Finlandia, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Polonia, Russia, Regno Unito e Austria). I campioni di feci di ogni persona sono stati testati per 10 tipi di plastica seguendo una precisa procedura analitica.

Nella settimana precedente il campionamento delle feci, ogni partecipante ha dovuto compilare un diario in cui scriveva ciò che aveva mangiato. Tutti i partecipanti hanno consumato cibi e bevande che sono stati esposti alla plastica, che si tratti di involucri di plastica o di bottiglie di plastica.

I ricercatori hanno scoperto che tutti i partecipanti sono risultati positivi alla presenza di microplastica e sono stati identificati fino a nove diversi tipi di plastica, tra cui polipropilene (PP) e polietilentereftalato (PET). In media, i ricercatori hanno trovato 20 particelle microplastiche per 10 grammi di feci e sulla base di questo studio hanno stimato che “più del 50% della popolazione mondiale potrebbe avere microplastiche nelle feci”, anche se hanno sottolineato la necessità di studi su larga scala per confermare questo.

Questo è il primo studio nel suo genere e conferma ciò che sospettavamo da tempo, che la plastica alla fine raggiunge l’intestino umano. Di particolare interesse è ciò che questo significa per noi, e in particolare i pazienti con malattie gastrointestinali. Mentre le più alte concentrazioni di plastica negli studi sugli animali sono state trovate nell’intestino, le più piccole particelle microplastiche sono in grado di entrare nel flusso sanguigno, nel sistema linfatico e possono persino raggiungere il fegato. Ora che abbiamo le prime prove per le microplastiche nell’uomo, abbiamo bisogno di ulteriori ricerche per capire cosa questo significhi per la salute umana”, ha detto il ricercatore Philipp Schwabl.

Precedenti studi sui pesci hanno anche trovato plastica nel loro intestino. Microplastiche sono state trovate nell’acqua del rubinetto in tutto il mondo, negli oceani e negli insetti volanti. Una recente indagine ha anche riscontrato microplastiche pure nelle bevande analcoliche.

Potremmo dover aspettare migliaia di anni prima che i batteri evolvano la capacità di decomporre la plastica su larga scala. Ma non possiamo davvero contare su questo, se è vero come è vero che le microplastiche rappresentano un importante problema ambientale proprio in questo istante. Grandi cambiamenti devono avvenire sia a livello di settore che a livello delle politiche internazionali se vogliamo ridurre al minimo la quantità di microplastica che finisce nella catena alimentare.

Ma l’uso della plastica è così pervasivo nella vita moderna che rimuoverlo interamente sarà estremamente difficile. Un milione di bottiglie di plastica vengono acquistate in tutto il mondo ogni minuto e il numero potrebbe aumentare di un altro 20% entro il 2021 e forse non ci fermeremo agli 8 milioni di tonnellate di plastica scaricata nel mare ogni anno stimati ora.

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Germana Carillo

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