Un terribile rinvenimento fatto dall’ARPA Lazio durante le attività di monitoraggio dei corpi idrici: microplastiche nell’astuccio larvale di alcuni tricotteri nel fiume Gari, a Cassino. La conferma di quanto stiano minacciando ogni tipo di ecosistema
Erano lì a fare attività di monitoraggio sul Gari, in un punto di campionamento nel centro urbano di Cassino e a meno di 1 km dalle sorgenti del fiume, e proprio lì alcuni tecnici hanno scoperto qualcosa che ha dell’incredibile: l’astuccio larvale di alcuni esemplari di Tricotteri portava con sé diversi frammenti di materiale plastico, al posto dei consueti materiali minerali o organici generalmente utilizzati per la costruzione dell’involucro protettivo. Le immagini sono impressionanti.
I Tricotteri sono un ordine appartenente alla classe degli insetti e sono generalmente dotati di un astuccio (o fodero) che le larve costruiscono per proteggere l’addome utilizzando di solito frammenti di materiale vegetale o minerale che si uniscono tra loro mediante una sostanza organica prodotta dalla stessa larva.
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Ma qualcosa è andato storto e invece di quei minerali c’erano microplastiche.
L’osservazione allo stereomicroscopio degli organismi prelevati in campo – spiegano da ARPA Lazio – ha permesso di constatare con chiarezza la natura plastica di tali frammenti che sono riconducibili alle microplastiche, avendo diametro compreso tra 0,1 mm e 5 mm. Nel caso specifico, le microplastiche rilevate sono state quantificate in 1-2 elementi per astuccio, con dimensioni minime inferiori a 1 millimetro e massime pari a circa 4-5 mm, con morfologia e colorazioni differenti.
Microplastiche nell’astuccio larvale di alcuni tricotteri nel fiume Gari a Cassino, una sorprendente osservazione fatta…
Posted by ARPA Lazio – Agenzia Regionale Protezione Ambientale del Lazio on Thursday, March 30, 2023
Il riconoscimento tassonomico condotto su tutti gli esemplari che presentavano le microplastiche inglobate nell’astuccio, ha consentito di identificare le famiglie dei “Limnephilidae” e dei “Sericostomatidae”.
Da ARPA fanno sapere che sono previste ulteriori attività di monitoraggio “che potranno contribuire a valutare l’entità della problematica sui corpi idrici del Lazio“, ma intanto questa scoperta non può che farci preoccupare: se non fosse altro perché è questa l’ennesima conferma che di microplastiche siamo ormai invasi.
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Fonte: ARPA Lazio
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