La plastica non è solo un problema che riguarda solo il mare. Per la prima volta infatti su un ghiacciaio italiano, nel Parco Nazionale dello Stelvio, sono state ritrovate le stesse quantità di microplastiche presenti nelle acque marine
La plastica non è solo un problema che riguarda solo il mare. Per la prima volta infatti su un ghiacciaio italiano, nel Parco Nazionale dello Stelvio, sono state ritrovate le stesse quantità di microplastiche presenti nelle acque marine.
Gli autori della scoperta sono gli scienziati dell’Università degli Studi di Milano e Milano Bicocca che hanno realizzato una serie di campionamenti nell’estate 2018 sul Ghiacciaio dei Forni, nel Parco Nazionale dello Stelvio.
Ad attenderli poliestere, poliammide, polietilene e polipropilene, plastica declinata nelle sue varie forme. In particolare i ricercatori hanno trovato 75 particelle per ogni chilogrammo di sedimento, un dato comparabile al grado di contaminazione osservato nei sedimenti marini e costieri d’Europa.
Una notizia davvero inquietante visto che solitamente quando si pensa alla montagna e ai ghiacciai si immaginano ambienti incontaminati e remoti. Ma se è vero che siamo riusciti a inquinare anche il Polo Nord e la fossa delle Marianne, non è difficile credere che la plastica sia finita nei ghiacciai italiani.
Le conseguenze sono ben note. Esse possono introdursi nella catena alimentare e venire ingerite anche dall’uomo.
Nonostante la loro grande presenza, non erano stati ancora condotti studi sulla contaminazione da plastica nelle aree di alta montagna.
“Sebbene non sia affatto sorprendente aver riscontrato microplastiche nel sedimento sopraglaciale, estrapolando questi dati, pur con le dovute cautele, abbiamo stimato che la lingua del Ghiacciaio dei Forni, uno dei più importanti apparati glaciali italiani, potrebbe contenere da 131 a 162 milioni di particelle di plastica. L’origine di queste particelle potrebbe essere sia locale, data ad esempio dal rilascio e/o dall’usura di abbigliamento e attrezzatura degli alpinisti ed escursionisti che frequentano il ghiacciaio, sia diffusa, con particelle trasportate da masse d’aria, in questo caso di difficile localizzazione” spiegano i ricercatori.
Una delle difficoltà dello studio era quella di campionare il sedimento sul ghiacciaio evitando la contaminazione di particelle di plastica presenti nei materiali tecnici dell’abbigliamento di montagna: per farlo i ricercatori hanno indossato tessuti di cotone al 100% e hanno usato zoccoli di legno.
“Grazie a questa ricerca abbiamo ora la conferma della presenza delle microplastiche sui ghiacciai – spiega il professor Andrea Franzetti dell’Università di Milano-Bicocca-. È ormai noto che i ghiacciai non sono ambienti incontaminati, ma immagazzinano diversi inquinanti di origine antropica rilasciati nell’atmosfera, e le microplastiche potrebbero fornire un substrato dove queste sostanze possono accumularsi”.
Le microplastiche sono ormai ovunque, anche nei nostri paradisi naturali.
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Francesca Mancuso