Le immagini satellitari del potentissimo ciclone Mocha rivelano uno scenario da incubo in Myanmar

Il ciclone Mocha ha colpito le coste del Golfo del Bengala portando forti piogge, venti fino a 195 km/h e inondazioni costiere. In Bangladesh e in Myanmar, in particolare nello stato del Rakhine occidentale, ha causato morti e distruzione. Ora si è notevolmente indebolito, ma continua a viaggiare verso est

Decine di feriti, 6 morti accertati e devastazione ovunque: con la sua furia da 195 chilometri orari, con raffiche e burrasche di circa 215 chilometri orari, il ciclone Mocha ha colpito le coste del Bangladesh e del Myanmar, dopo essersi intensificato nell’equivalente di una tempesta di categoria cinque.

Secondo le prime stime, almeno fino al 90% della capitale dello stato del Rakhine occidentale, Sittwe, è stata.

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Finora, è proprio il Myanmar quello che sembra aver subito un impatto più corposo e diretto, con la tempesta che si è abbattuta sulle case e ha tagliato le linee elettriche, mentre anche i campi per sfollati Rohingya sono stati praticamente rasi al suolo.

Quali sono le condizioni del Myanmar?

Secondo l’OCHA, l’ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, nello Stato di Rakhine e nel nord-ovest del Paese già quasi  6 milioni di persone avevano bisogno di assistenza umanitaria, mentre 1,2 milioni sono gli sfollati in seguito alla crisi umanitaria provocata dalla repressione militare in Myanmar nel 2017.

Nel 2008 il Myanmar fu interessato da un altro ciclone, il Nargis, che distrusse le aree popolate intorno al delta del fiume Irrawaddy e che, soprattutto, causò la morte di 138mila persone, e decine di migliaia di case e altri edifici furono spazzati via.

I cicloni nel Golfo del Bengala stanno diventando sempre più frequenti e più intensi, in parte a causa del cambiamento climatico, spiega Roxy Mathew Koll, scienziato del clima presso l’Istituto indiano di meteorologia tropicale di Pune.

E non solo: secondo la maggioranza degli scienziati, i cicloni riescono ora a mantenere la loro energia per più giorni e questo perché, finché gli oceani saranno sempre più caldi e i venti sono favorevoli, i cicloni manterranno la loro intensità per un periodo più lungo.

Fonti: BBC / Copernicus

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