Non chiamiamo maltempo il nubifragio che ha colpito Napoli, è una delle facce della crisi climatica

Ancora una volta è allerta nubifragi in Campania: vi spieghiamo cosa c'è dietro le piogge torrenziali e dietro questi fenomeni eccezionali sempre più frequenti

È allerta meteo gialla fino alla mezzanotte di oggi in tutta la Campania per fenomeni temporaleschi, raffiche di vento, fulminazioni, possibili grandinate e ruscellamenti dei corsi d’acqua esondati. E infatti, come previsto, i disagi e i danni non sono tardati ad arrivare.

Alcune stazioni della Linea 1 della metropolitana di Napoli sono state chiuse per allagamento. Allagate anche numerose strade dell’hinterland napoletano, con decine di segnalazioni di disagi, mentre a Salerno i Vigili del Fuoco sono intervenuti per per prosciugamenti, smottamenti e soccorsi a persone in difficoltà.

Quando accadono questi eventi, in Campania come in altre zone d’Italia, la domanda è sempre la stessa. Possiamo chiamarlo ancora semplicemente “maltempo”? Oltre all’incuria delle amministrazioni locali, che non investono mai abbastanza in opere di messa in sicurezza dei territori e di prevenzione dei disastri naturali, questi eventi meteorologici, che sono molto più che solo “maltempo”, stanno diventando sempre più normali.

Da un lato abbiamo cementificazione feroce, mancanza di dighe e argini contenitivi, disboscamento e depauperamento del territorio naturale sono tutti fattori che contribuiscono ad amplificare gli effetti degli eventi meteorologici, dall’altra siamo anche di fronte a fenomeni sempre più intensi e devastanti.

Stando alla classificazione degli esperti, un nubifragio (detto anche “bomba d’acqua”) si verifica quando piovono dal cielo più di 30 millimetri di pioggia in un’ora. Non si tratta, quindi, di un semplice temporale – ma è qualcosa di molto più intenso. Ma sempre meno eccezionale.

Questi fenomeni estremi, anzi, si stanno imponendo come nuova normalità: dal 2010 al 2021 si sono registrati 1.118 eventi meteorologici estremi (+17,2% rispetto al decennio precedente) e i comuni investiti da questi fenomeni sono stati 602 comuni (95 in più rispetto al periodo precedente), con un triste bilancio di 261 vittime.

E il 2022 non registra dati di miglioramento: nei primi sette mesi di quest’anno sono stati già registrati 132 eventi climatici estremi tra piogge torrenziali, trombe d’aria, ondate di calore, forti siccità e grandinate in Italia – il numero più alto della media annua dell’ultimo decennio.

Ma torniamo alle piogge eccezionali – o, meglio, ai nubifragi: perché accadono e perché si verificano con frequenza sempre maggiore? Gli esperti non hanno dubbi: esiste una correlazione forte fra aumento delle temperature a livello globale e aumento delle precipitazioni atmosferiche.

Si stima che ogni grado in più nella temperatura globale determina l’aumento delle precipitazioni atmosferiche di circa il 2%: a causa del clima sempre più caldo, le acque oceaniche evaporano più velocemente, portando maggiori quantità di vapore acqueo in atmosfera – che poi si “scarica” sotto forma di pioggia.

C’è da dire che l’aumento delle piogge non è uniforme in tutto il mondo: ci sono aree del Pianeta caratterizzate da maggiori concentrazioni di piogge e altre che vivono in condizioni di siccità estrema. Ma non solo: il fenomeno della pioggia è stato profondamente alterato dal riscaldamento globale, quindi i temporali tenderanno ad essere sempre più catastrofici e devastanti.

Leggi anche: Caldo estivo e grandinate record: le due facce del nuovo clima mediterraneo

L’unica ancora alla quale possiamo aggrapparci per non annegare in questa pioggia torrenziale, oltre a dotare il nostro Paese di un “piano di adattamento al clima” (immaginato già nel 2017 ma non ancora partito), è quella di rispettare gli Accordi di Parigi sul Clima e contenere, come promesso, l’aumento delle temperature entro +1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali.

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Fonti: Comune di Napoli / Vigili del Fuoco

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