Inizia la messa in sicurezza della petroliera abbandonata nel Mar Rosso: le foto satellitari della bomba a orologeria (che rischia di esplodere)

Dopo quasi un decennio, sono state finalmente avviate le delicate operazioni di messa in sicurezza della nave petroliera rimasta bloccata al largo delle coste dello Yemen. Ma i rischi di uno sversamento di greggio o di un’esplosione pendono come una spada di Damocle

Dal 2015, nel bel mezzo del Mar Rosso, si trova una petroliera abbandonata, carica di 1.1 milioni di barili di greggio. Una vera e propria bomba a orologeria pronta ad esplodere, che tiene col fiato sospeso autorità ed esperti. Adesso finalmente, a distanza di ben 8 anni, sono state avviate le operazioni di messa in sicurezza per rimuovere il petrolio dalla nave FSO SAFER, immortalata da una serie di scatti satellitari.

petroliera mar rosso

@Planet Labs

A coordinare la delicata missione le Nazioni Unite (impiegando una seconda petroliera, ovvero la ex Nautica ora ribattezzata Yemen), concludendo una vicenda che risale allo scoppio della guerra in Yemen.

Il timore è che durante le attività di rimozione possa verificarsi uno sversamento di petrolio o un’esplosione, causando una catastrofe ambientale e umanitaria. Ma lasciare la nave cargo, a circa 300 chilometri da Sana’a, con a bordo quella quantità esorbitante di greggio potrebbe rivelarsi ancora più pericoloso.

Sebbene l’operazione di salvataggio comporti dei rischi, non intervenire sarebbe ancora più pericoloso. – spiega Ghiwa Nakat, direttore esecutivo di Greenpeace MENA (Middle East and North Africa) – Ci auguriamo che l’operazione di messa in sicurezza sia l’ultimo capitolo di questa terrificante vicenda di cui sono responsabili le compagnie petrolifere.

A tal proposito, un’indagine dell’organizzazione ambientalista, diffusa lo scorso hanno, ha dimostrato che i colossi del petrolio – come  TotalEnergies, Exxon, Occidental e OMV – hanno utilizzato la FSO SAFER per decenni, eppure finora non hanno offerto alcun aiuto per prevenire un disastro nel Mar Rosso.

Un incidente di questa portata provocherebbe danni irreparabili all’ecosistema e a milioni di persone che vivono in Yemen, che devono già far fronte alle terribili conseguenze di un conflitto ormai quasi quasi decennale.

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Fonti: Greenpeace/Nazioni Unite

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