Mauritius dichiara lo stato di emergenza ambientale a causa della 'marea nera' che sta invadendo le sue acque.
Mauritius ha dichiarato lo stato di emergenza ambientale dopo che la nave MV Wakashio si è incagliata sulla costa sud-orientale dell’isola rilasciando tonnellate di carburante nell’Oceano Indiano.
La nave cisterna trasportava 200 tonnellate di diesel e 3.800 tonnellate di carburante per uso proprio e la cosiddetta “marea nera” ha iniziato a diffondersi in acqua dopo che la nave si è incagliata il 25 luglio.
Il ministro dell’ambiente dell’isola di Mauritius, Kavy Ramano, ha parlato di vera e propria “crisi ambientale”.
https://twitter.com/Environment_MU/status/1291753880007651331
Mentre il primo ministro Pravind Jugnauth ha dichiarato lo stato di emergenza, come si legge da un tweet pubblicato negli scorsi giorni.
https://twitter.com/PKJugnauth/status/1291831259505860608
Ha inoltre affermato che la fuoriuscita “rappresenta un pericolo” per il paese, dato che vive soprattutto di pesca e di turismo, ha quindi chiesto aiuto alla Francia dichiarando di voler fare appello anche alle Nazioni Unite e altri paesi:
“Il nostro paese non ha le capacità e le competenze per rilanciare le navi arenate, quindi ho chiesto aiuto alla Francia e ad Emmanuel Macron.”
https://twitter.com/PKJugnauth/status/1291780830805790721
Macron ha risposto con un tweet dichiarando:
“Quando la biodiversità è in pericolo, è urgente agire. La Francia è lì. Al fianco del popolo di Mauritius. Puoi contare sul nostro sostegno, caro Jugnauth.”
Lorsque la biodiversité est en péril, il y a urgence d’agir. La France est là. Aux côtés du peuple mauricien. Vous pouvez compter sur notre soutien cher @PKJugnauth. Nous déployons dès à présent des équipes et du matériel depuis La Réunion. https://t.co/uxoNhAQWfS
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) August 8, 2020
Purtroppo l’incidente mette a rischio migliaia di specie intorno alle lagune incontaminate di Blue Bay, Pointe d’Esny e Mahebourg, come ha evidenziato il responsabile del clima e dell’energia di Greenpeace Africa, Happy Khambule, che potrebbero annegare, per non parlare delle conseguenze terribili per l’economia di Mauritius, per la sicurezza alimentare e per la salute.
La società giapponese proprietaria della nave, la Mitsui OSK Line, ha affermato che una parte del carico è stivato in serbatoi separati, e quindi non dovrebbe fuoriuscire. Ma c’è chi teme che il cargo possa spezzarsi rendendo la situazione ancora più grave.
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