Marea Nera: la Bp tenta il tutto per tutto, partita l’operazione subacquea “Top Kill”

Alle ore 13 di ieri, le 20 in Italia la Bp ha dato il via alla cosiddetta procedura “top kill” per tentare di arginare l'emorragia di petrolio che ormai da oltre 37 giorni sta martoriando il Golfo del Messico.

Alle ore 13 di ieri, le 20 in Italia la Bp ha dato il via alla cosiddetta procedura “top kill” per tentare di arginare l’emorragia di petrolio che ormai da oltre 37 giorni sta martoriando il Golfo del Messico.

Ci vorranno un paio di giorni per capire se questa tecnica, che consiste nell’iniettare fluidi pesanti nel pozzo per poi cementare la falla, ma che non è mai stata sperimentata a tale profondità – 1600 metri sotto il livello del mare – , funzionerà .

Per ora, fa sapere Tony Hayward, amministratore delegato della British Petroleum che ora rischia seriamente di giocarsi il posto al comando della multinazionale britannica, “le cose procedono come previsto“, ma ci vorranno “almeno 24 ore per capire se l’operazione è un successo“.

Insomma, non ci sono garanzie che il piano “top kill” funzioni, ma l’America e il mondo intero incrociano le dita perché, come ha detto anche il presidente Barack Obama se l’operazione avrà successo, si dovrebbe ridurre di molto o addirittura azzerare la perdita di centinaia di tonnellate di petrolio che si stanno riversando ogni giorno, senza tregua da 5 settimane nelle acque del Golfo del Messico.

Obama “non avrà pace” finché la chiazza di greggio non sarà ripulita: “Non ci fermeremo a riposare finché la falla non sarà tappata, l’ambiente ristabilito e le operazioni di pulitura completate” ha affermato il presidente degli States in visita ad un impianto fotovoltaico a Fremont. E con decine di pannelli fotovoltaici sotto gli occhi Obama ha attaccato le società petrolifere e suggerito di pensare a fonti di energia alternative: “Il problema è che trivellano a 1.500 metri sotto il mare poi altri 1.500 metri prima di trovare il petrolio, con rischi e costi sempre maggiori. Non possiamo continuare a sostenere questo tipo di uso di combustibili fossili. Il pianeta non lo può sostenere“.

Ma intanto la marea nera secondo quanto riportato dalla Guardia Costiera americana, ha raggiunto e intaccato oltre 160 chilometri di costa della Louisiana.

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