La British Petrolium continua a far parlare di sé: l’amministrazione Obama ha infatti deciso di portare in tribunale la compagnia petrolifera, che - come ricorderete – lo scorso aprile ha provocato la marea nera nel Golfo del Messico, la catastrofe ambientale più grande di tutti i tempi.
La British Petrolium continua a far parlare di sé: l’amministrazione Obama ha infatti deciso di portare in tribunale la compagnia petrolifera, che – come ricorderete – lo scorso aprile ha provocato la , la più grande di tutti i tempi.
Il ministero della Giustizia americano ha presentato un ricorso presso il tribunale di New Orleans, in Lousiana, chiedendo di non mettere nessun limite finanziario al pagamento dei danni attribuiti alla BP (quindi oltre i 75 milioni di dollari che rappresentano il tetto massimo per i rimborsi fissato dall’Oil Pollution Act statunitense), specie per quanto riguarda le operazioni di recupero e bonifica dell’ambiente. Insomma, la compagnia petrolifera britannica dovrà risarcire gli abitanti e l’ambiente per il disastro causato nel Golfo del Messico. Costi quel che costi!
“Hanno violato il Clean Water Act – ha fatto sapere il ministro della Giustizia americano, Eric Holder, durante una conferenza stampa – causando una serie di conseguenze disastrose”.
La denuncia dell’amministrazione americana è partita sia contro il colosso petrolifero, responsabile della marea nera, sia contro otto società collaterali, come la compagnia assicurativa Lloyds, e la Transocean, proprietaria del pozzo della multinazionale britannica.
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