Le acque della Playa di Catania non sono adatte alla balneazione per gli elevati livelli di inquinamento. A dirlo è la Commissione Ue
Negli ultimi tempi il mare della spiaggia di Catania, meglio nota come la Playa, è finita al centro della bufera per gli inquietanti livelli di inquinamento. Sono tanti i cittadini che ormai preferiscono rinunciare a una giornata in spiaggia piuttosto che fare il bagno nelle acque della Playa, contaminate da liquami e scarichi industriali.
Un problema annoso, che non sembra essere giunto ad una soluzione, anzi. Proprio in questi giorni anche la Commissione europea è intervenuta sulla vicenda rispondendo all’interrogazione presentata a fine giugno dai due eurodeputati dei Verdi, Ignazio Corrao e Eleonora Evi. E la risposta è lapidaria: “sebbene il sito di balneazione La Playa sembri apprezzato dalla popolazione locale, non si tratta di un sito di balneazione ufficiale ai sensi della direttiva sulle acque di balneazione.”
Per di più, altri siti di balneazione ufficialmente identificati a Catania hanno grossi problemi di qualità dell’acqua, tant’è che recentemente due di essi (San Giovanni Li Cuti e Stazione Centrale) sono stati classificati di qualità «scarsa», dopo essere peggiorati vistosamente negli ultimi anni – spiega Ignazio Corrao – Siamo di fronte ad un inquinamento ormai diffuso del litorale siciliano dovuto agli scarichi, anche industriali, che finiscono direttamente a mare, oltre che all’assenza di depurazione. Nel frattempo le istituzioni sembrano non avere alcuna intenzione di risolvere la questione: l’Italia sta pagando sanzioni milionarie per le condizioni impietose di decine di Comuni siciliani che violano sistematicamente la direttiva sulle acque reflue urbane. È arrivato il momento di affrontare seriamente la questione. Di questo passo non solo danneggeremo irrimediabilmente le nostre coste, ma continueremo a perdere risorse e i 600 milioni del PNRR per il trattamento delle acque reflue serviranno a ben poco.
Un duro colpo all’ecosistema e al turismo dell’Isola
La Commissione europea si è detta preoccupata per l’entità del divario di conformità relativo alla direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane in Italia e ha chiarito che non esiterà “a intraprendere ulteriori azioni nell’ambito delle procedure di infrazione in corso e continuerà a monitorare attentamente l’evoluzione degli sforzi di conformità”.
E non è una novità che la Sicilia sia ancora molto indietro in tema di depurazione delle acque. A confermarlo lo scorso luglio è stata pure Legambiente, che ha pubblicato il report annuale sulla salute dei mari, laghi e fiumi italiani. Per quanto riguarda l’Isola, su 24 punti campionati dai volontari della campagna Goletta Verde, ben 9 tratti (tra Catania, Messina, Agrigento e Trapani) hanno fatto rilevare parametri di inquinamento oltre i limiti di legge. Un vero peccato per la Sicilia, che vanta litorali meravigliosi e amati dai turisti di tutto il mondo!
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Fonte: Commissione Ue
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