Litterbase è la prima mappa virtuale dell’inquinamento marino che mostra la distribuzione dei rifiuti e tutti i suoi impatti biologici.
Inquinamento marino: più di 1200 specie animali colpite dall’inquinamento degli oceani. Dove per la maggior parte? A dircelo è Litterbase, la prima mappa virtuale dell’inquinamento marino che mostra la distribuzione dei rifiuti e tutti i suoi impatti biologici.
A metterla a punto ci hanno pensato gli scienziati dell’Alfred Wegener Institute (AWI), che per la prima volta hanno racchiuso in un unico database tutti dati scientifici pubblicati dal 1960 ad oggi.
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I ricercatori tedeschi hanno in pratica messo insieme i risultati di 1.237 studi scientifici distribuendoli su due mappe rivelanti per mostrare esattamente dove e come rifiuti marini sono distribuiti e come incidono sulla vita di 1.249 specie marine.
Una delle due mappe combina 591 pubblicazioni per mostrare la distribuzione della spazzatura in tutto il mondo. L’altra si serve di 751 pubblicazioni per mostrare le interazioni della fauna selvatica con i rifiuti marini. E secondo le informazioni del Litterbase (i dati sono aggiornati periodicamente), il 34% degli organismi studiati si ciba di spazzatura, il 31% delle specie la colonizza e il 30% viene ferito, danneggiato o peggio ancora rimane intrappolato dagli oggetti buttati in mare.
Il numero di specie totali che “interagiscono in qualche modo con l’inquinamento – soprattutto quello da plastica e del vetro – è in costante aumento (1.220) e risulta essere circa due volte tanto rispetto all’ultimo aggiornamento scientifico”.
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Il risultato? È quasi impossibile scovare una zona incontaminata e se dalle mappe pare vedere delle zone “vuote” è perché da esse non si sono ricevute ancora informazioni. Inoltre, gli scienziati AWI hanno trovato anche che in soli dieci anni la concentrazione di spazzatura nelle profondità dell’Oceano Artico è aumentata di venti volte.
Plastica e vetro sono i peggiori inquinati (in termini percentuali) ma risulta difficile, soprattutto per la prima, valutare le fonti di origine, dal momento che è in grado di viaggiare per lunghe distanze e per lunghissimo tempo.
E il nostro Mar Mediterraneo? Si conferma ancora una volta come uno tra gli ecosistemi più inquinati.
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Potete controllare la mappa di rifiuti marini qui e la mappa di interazioni della fauna selvatica con la spazzatura qui.
Uno spettacolo raccapricciante che dovrebbe far riflettere ognuno di noi.
Germana Carillo