L’abuso edilizio sta piegando la Calabria. E nessuno ne parla (#forzaCalabria)

Dopo il ritrovamento del cadavere del quarantatreenne Salvatore Comandè, carrozziere di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, è morto questa mattina, il venticinquenne Pasquale Princi, colpito fatalmente da un palo della luce a San Roberto.

È ormai una scena vista e rivista, attimi che si ripetono di anno in anno con situazioni sempre più drammatiche. Con l’arrivo del maltempo, la pioggia violenta in Calabria distrugge strade, ferrovie, inonda case, uffici, provoca frane, sgombera famiglie, fa danni all’agricoltura e soprattutto vittime.

Dopo il ritrovamento del cadavere del quarantatreenne Salvatore Comandè, carrozziere di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, è morto questa mattina, il venticinquenne Pasquale Princi, colpito fatalmente da un palo della luce a San Roberto.

Momenti di grande tensione, quelli di domenica scorsa, che hanno messo in ginocchio soprattutto la costa jonica della provincia reggina tanto che, il Presidente del Consiglio Renzi, secondo il ministro Delrio arrivato ieri a Reggio Calabria, ha garantito che proclamerà in queste ore lo stato di emergenza.

“Sono più di 250 gli uomini impegnati per ripristinare la linea ferroviaria che ha isolato molti paesini dell’entroterra”, ha spiegato il ministro. Tempi d’attesa circa dieci giorni ma promette “24 ore di lavoro al giorno su turni costanti”.

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Dopo 48 ore di pioggia intensa batte oggi il sole sullo scenario della devastazione. Potremmo prendercela con il maltempo certo ma si sa, che in autunno o in inverno è da tenere in conto, dovremmo invece chiederci quanto anni di incuria, il dissesto idrogeologico, il consumo di suolo, la scarsa manutenzione, la ridotta capacità di ritenzione idrica dei terreni con conseguenti frane e smottamenti, l’abuso edilizio, una linea ferroviaria vecchia, abbiano influito e continueranno a influire sui danni.

Allarmanti sono i dati diffusi in queste ore dalla Coldiretti, sarebbero infatti 160 mila i cittadini che vivono in zone a rischio per le frane in Calabria, la regione forse con il maggior numero di persone in pericolo. A questi, si aggiungono i 59 mila calabresi minacciati dalle alluvioni.

Il Risultato? Il 100 per cento dei comuni della Regione si trova in aree a rischio idrogeologico a causa dell’incuria e della cementificazione selvaggia.

Ogni giorno – precisa la Coldiretti – viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento. Il risultato è che più di otto comuni su dieci (82 per cento) hanno parte del territorio a rischio frane e alluvioni.

In queste ore continua la task force di forze dell’ordine, protezione civile, vigili del fuoco e tantissimi cittadini volontari armati di vanga e stivali, per riportare una situazione di semi-normalità. È stata anche avviata una raccolta fondi.

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Ci piace lasciare da parte le inutili polemiche, quelle per esempio che circolavano in rete, di una Calabria abbandonata a se stessa e fuori dalle logiche di notiziabilità dei telegiornali. Ci piace, invece, vedere come ancora una volta quando si è di fronte a una tragedia, in Italia non esista più nord e sud ma una catena umana vicina e solidale unita sotto il segno di #forzaCalabria e #rialzatiCalabria.

Perché la vera indignazione non è quella di non vedere le case distrutte nelle prime pagine dei giornali ma, pretendere che vengano rispettate le regole sull’edilizia e che si costruisca con criteri che mettano in sicurezza i cittadini. Cosicché, articoli come questo non facciano più notizia.

Dominella Trunfio

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