Gli animali sono deformi e la vegetazione non cresce più: anche la Sardegna ha la sua Terra dei Fuochi

Un vero e proprio disastro ambientale in provincia di Cagliari, provocato da una fabbrica che ha smaltito rifiuti in modo illecito per anni.

Si tratta di un vero e proprio disastro ambientale quello avvenuto a Macchiareddu, in provincia di Cagliari: scarti industriali della lavorazione della fluorite hanno devastato la vegetazione e provocato malformazioni e morti tra gli animali.

Il disastro ambientale causato dall’inquinamento industriale

Pastori, contadini e pescatori denunciano lo sterminio di animali e la distruzione della vegetazione e delle colture che sta avvenendo a Macchiareddu, in provincia di Cagliari.
Pecore e altri animali cresciuti in questa zona della Sardegna sviluppano importanti malformazioni che li conducono alla morte. I poveri animali sarebbero affetti da fluorosi, una malattia causata da un’eccessiva esposizione al fluoro e che provoca malformazioni a ossa e denti.

La vegetazione non cresce più: al posto di eucalipti e coltivazioni, una distesa di pietre ricoperte di polvere bianca e luccicante, scarto di lavorazioni industriali.
Oltre alla sofferenza animale e al disastro ambientale, le conseguenze sono anche economiche. Contadini e pescatori assicurano che i loro prodotti sono controllati accuratamente e di ottima qualità, ma nonostante questo non riescono più a vendere verdura e pescato. Le vendite dei molluschi sono calate già del 90%, mentre i contadini stanno smantellando le serre, poiché gli ortaggi sono ricoperti da questa sostanza brillante e presentano foglie bruciate.

A provocare questo vero e proprio disastro ambientale sarebbe l’inquinamento prodotto dalle industrie della zona, tra cui la Fluorsid, azienda che lavora la fluorite. Per anni questa industria avrebbe riversato nell’ambiente tonnellate di sostanze pericolose e inquinanti, devastando il territorio.

Venti ettari di discariche abusive

Il principale responsabile del disastro ambientale di Macchiareddu sembra essere Fluorsid, industria che estrae e lavora la fluorite.

Secondo un’indagine iniziata già due anni fa e che ha portato a sette arresti già nel 2017, la Fluorsid avrebbe riversato nell’ambiente tonnellate di rifiuti inquinanti per risparmiare. La fabbrica avrebbe sversato nelle acque reflui non depurati, smaltito in modo illecito olii, fanghi acidi e metalli pesanti (tra cui l’amianto), creato almeno venti ettari di discariche a cielo aperto e interrato scarti altamente tossici e inquinanti in buche e voragini illecite.

Inoltre, per massimizzare il profitto, la Fluorsid avrebbe portato la produzione all’estremo facendo funzionare gli impianti anche quando le condizioni atmosferiche non lo consentivano. La fabbrica superava sistematicamente il livello di emissioni consentite dalla legge e le polveri sottili emesse venivano disperse in misura massiccia su prati e coltivazioni anche a distanze notevoli.

A denunciare il comportamento scellerato di Fluorsid, sono le parole del gip Cristina Ornano riportate nell’ordinanza di custodia cautelare.
Le indagini si sono concluse alla fine del 2018 con 15 persone indagate che dovranno rispondere dei reati come smaltimento illecito, disastro ambientale, inquinamento e associazione a delinquere.
Oltre alla Fluorsid, a contribuire al disastro ambientale in atto, dagli anni ottanta nella zona è presente discarica di 180 ettari di fanghi tossici.

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Tatiana Maselli

Photo credit Google Earth

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