Il nuovo Osservatorio astronomico sul Monte Mufara (nel Parco delle Madonie, zona di riserva integrale A e Sito Natura 2000), non s'ha da fare. Secondo le associazioni ambientaliste, l'unica soluzione sarebbe quella di modificare il progetto e cambiare sito
Sorgerebbe a ridosso della faggeta più meridionale d’Europa e delle Serre dolomitiche della Quacella l’osservatorio astronomico progettato sulla cima del Monte Mufara, in Sicilia, in piena zona di tutela integrale.
Uno scempio e una minaccia per la natura, tanto che le associazioni di protezione ambientale Club alpino italiano, Legambiente Sicilia, Lipu e Wwf hanno presentato ricorso al Tar Sicilia – Palermo contro gli atti rilasciati dall’Ente Parco delle Madonie e da altre Amministrazioni per la sua realizzazione (il cui inizio sarebbe anche stato annunciato in questi giorni con un cartello).
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Il progetto presentato interessa una superficie di 800 metri quadri con 3.540 metri cubi di volume edilizio ed un’altezza di oltre 13 metri fuori terra, con la realizzazione di una nuova pista carrozzabile per l’accesso sulla cima integra della montagna.
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Posted by Legambiente Sicilia on Saturday, June 1, 2024
Il ricorso al Tar ricade nell’ambito delle azioni intraprese da anni a difesa della Mufara, uno dei siti di maggiore interesse naturalistico del Parco delle Madonie ed emergenza geologica tutelata anche dal Geopark-Unesco e per fare rispettare le norme ordinarie a tutela delle aree protette e del paesaggio.
Secondo le associazioni, la procedura è fortemente viziata da irregolarità e illegittimità. Mancano il parere favorevole del Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale, il decreto dell’Assessore Regionale Territorio e Ambiente per le opere di interesse statale e soprattutto l’autorizzazione paesaggistica della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo che nel 2022 ha addirittura declarato l’improcedibilità dell’opera per violazione di un vincolo di inedificabilità assoluta.
Con il citato ricorso viene chiesto al TAR Sicilia anche di sollevare questione di legittimità costituzionale sull’articolo 9 del D.L. 104/2023, la norma nazionale varata nell’estremo tentativo di superare i vincoli di tutela prevedendo che gli osservatori possono essere autorizzati in deroga.
In questa vicenda emerge inoltre l’inaccettabile rifiuto da parte di ESA – Agenzia Spaziale Europea, ASI – Agenzia Spaziale Italiana, Regione ed Ente parco ad ogni confronto di merito e l’arrogante scelta di modificare le leggi ordinarie dinanzi ai dinieghi ricevuti, da quello del Consiglio dei Ministri del 20 aprile 2023 con l’impugnativa alla Corte Costituzionale della prima deroga varata dalla Regione Siciliana a quello della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo del 9 agosto 2022.
Infine, secondo la nota, le associazioni presenteranno anche nei prossimi giorni una denuncia penale per chiedere alla competente Procura della Repubblica di Termini Imerese il sequestro del cantiere, chiedendo ancora una volta di fermare le ruspe e perseguire invece le soluzioni alternative possibili proposte da mesi e che riguardano la ricerca di un sito alternativo (come Monte San Salvatore) e la contestuale modifica del progetto che prevede attualmente spazi e volumi edilizi non essenziali per la ricerca scientifica.
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