L’ONU sancisce per la prima volta il diritto dei bambini a fare causa agli Stati per avere un ambiente sano

“Un ambiente pulito, salubre e sostenibile è sia un diritto umano in sé, sia necessario per godere appieno di una vasta gamma di diritti dei bambini. Per contro, il degrado ambientale (incluse le conseguenze della crisi climatica) compromette il godimento di questi diritti, in particolare per i bambini in situazioni svantaggiate o per quelli che vivono in regioni molto esposte ai cambiamenti climatici”, scrive il Comitato sui diritti dell’infanzia che – finalmente – riconosce ai bambini il diritto fare causa agli stati per difendere il clima

I ragazzi del Montana hanno in qualche modo firmato una pagina di storia: con la loro tenacia sono riusciti a far ammettere l’incostituzionalità la politica utilizzata dallo Stato americano nella valutazione delle richieste di permessi per i combustibili fossili (che non consente alle agenzie di valutare gli effetti delle emissioni di gas serra)

Probabilmente sulla scia di questo risultato, il Comitato sui diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite ha appena pubblicato un documento che sottolinea proprio il diritto dei bambini di vivere in un ambiente sano, da difendere – nel caso – anche attraverso le vie legali.

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Per la prima volta, infatti, il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia ha affermato esplicitamente il diritto dei bambini a un ambiente pulito, sano e sostenibile, fornendo un’interpretazione degli obblighi degli Stati membri ai sensi della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia.

La Convenzione, creata nel 1989 e ratificata da 196 Stati, delinea i diritti universali dei bambini, come il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo e il diritto alla salute. Il Commento generale fornisce una guida legale su ciò che quei diritti implicano un’area legislativa specifica. Il “Commento generale n. 26 sui diritti dei bambini e l’ambiente, con particolare attenzione ai cambiamenti climatici”, ora pubblicato, affronta l’emergenza climatica, il crollo della biodiversità e l’inquinamento dilagante, delineando contromisure per proteggere le prospettive di vita delle nuove generazioni.

I bambini di tutto il mondo hanno guidato la lotta contro il cambiamento climatico, chiedendo ai loro Governi e alle imprese di agire per proteggere il pianeta e il loro futuro. Con il suo Commento generale n. 26, il Comitato sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza non solo fa eco e amplifica le voci dei bambini, ma definisce anche chiaramente i diritti dei bambini in relazione all’ambiente che gli Stati parte dovrebbero rispettare, proteggere e realizzare… collettivamente e con urgenza!, dice Philip Jaffé, membro del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti dell’infanzia.

Il Commento generale n. 26 specifica che gli Stati sono responsabili non solo della protezione dei diritti dei bambini dai danni immediati, ma anche delle prevedibili violazioni dei loro diritti in futuro, dovute agli atti – o alla mancata azione – degli Stati di oggi. Inoltre, sottolinea che gli Stati possono essere ritenuti responsabili non solo per i danni ambientali che si verificano nei loro confini, ma anche per gli impatti dannosi dei danni ambientali e dei cambiamenti climatici al di fuori dei loro confini. Particolare attenzione deve essere prestata ai danni sproporzionati subiti dai bambini in situazioni svantaggiate.

I 196 Stati che hanno ratificato la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sono invitati a intraprendere azioni immediate, comprese: organizzare l’eliminazione graduale di carbone, petrolio e gas naturale e il passaggio a fonti di energia rinnovabili, migliorare la qualità dell’aria e garantire l’accesso all’acqua potabile, trasformare l’agricoltura e la pesca industriali per produrre cibo sano e sostenibile e proteggere la biodiversità, si legge.

La guida afferma infine che il punto di vista dei bambini deve essere preso in considerazione nel processo decisionale in materia di ambiente e sottolinea il ruolo critico dell’educazione ambientale nel preparare i bambini all’azione, alla difesa e alla protezione dai danni ambientali.

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Fonti: Unicef

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