Torna l’incubo locuste in Africa orientale: arriva la seconda ondata anche di cavallette

Torna l'incubo delle locuste nell'Africa orientale e il mese di novembre dovrebbe essere il più temibile, per via dei nuovi sciami

Torna l’incubo delle locuste nell’Africa orientale e il mese di novembre dovrebbe essere il più temibile, soprattutto per via dei nuovi sciami in Somalia.  Come sappiamo, il continente africano sta vivendo la peggiore epidemia di locuste del deserto (Schistocerca gregaria) mai vista da decenni. E finora le politiche nazionali non hanno dato grandi risultati.

Abbiamo seguito la vicenda sin dall’inizio, anche se il problema locuste esiste da sempre. Lo scorso anno in piena pandemia, le locuste che hanno distrutto colture mettendo a rischio la sicurezza alimentare di 20,2 milioni di persone nel corno d’Africa.

Ad oggi, la situazione non è cambiata e le politiche di protezione ambientale non sono bastate per evitare l’ennesima invasione. Le locuste del deserto affliggono gli agricoltori in Africa e in Asia sin dai tempi dei faraoni e sono menzionate sia nella Bibbia che nel Corano. Dall’istituzione nel Regno Unito dell’Anti-Locust Research Centre nel 1945, si sono tenute quattro importanti conferenze internazionali per stabilire formalmente un metodo di monitoraggio, controllo e preparazione per future epidemie.

Tuttavia, ci sono fattori che sono poco controllabili nella gestione delle locuste. In primo luogo, le locuste del deserto ignorano i confini internazionali, il che significa che la cooperazione internazionale è fondamentale per un intervento di successo. In secondo luogo, i focolai sono intermittenti, quindi i finanziamenti per la ricerca e il controllo non devono essere fini a se stessi.
L’oscillazione tra i periodi di recessione e focolaio può causare una mancanza di fondi e i paesi sono diventati troppo vulnerabili alla situazione.

Nonostante organizzazioni internazionali come la FAO intervengano spesso, devono essere gli attori locali a spingere verso la risoluzione del problema.
Nel 1962, la Convenzione per l’istituzione della Desert Locust Control Organization for Eastern Africa (DLCO-EA) per unificare la cooperazione tra i governi di Etiopia, Somalia, Tanzania, Kenya e Uganda, sperava di riuscire ad affrontare l’entità dell’epidemia, ma così non è stato.

La mancata adesione di Uganda, Gibuti, Somalia e Sudan, che dovevano tutti circa 8 milioni di dollari all’organizzazione, ha rappresentato un problema primario. La locusta è uno degli insetti più distruttivi del Pianeta quando incontra terreni coltivati, si sviluppa in sciami che possono avere anche 150milioni di insetti. Il bollettino del Locust Watch indica che si stanno formando più sciami e la riproduzione è iniziata nell’area del Mar Rosso vicino alla Somalia. È probabile che il Kenya sarà colpito da metà novembre.

Fonte: FAO/Daily maverick

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