Un nuovo studio guidato dal programma europeo Copernicus conferma gli “effetti collaterali” positivi del lockdown sulla qualità dell’aria
Il lockdown del 2020, imposto a causa della pandemia di Covid-19, non ha avuto soltanto effetti negativi in Europa. Almeno sulla qualità dell’aria. Adesso a confermarlo è un nuovo studio realizzato dal Copernicus Atmosphere Monitoring Service – finanziato dall’UE – insieme alla London School of Hygiene and Tropical Medicine (LSHTM). In totale sono 800 i decessi che sono stati “risparmiati” nel Vecchio continente grazie alle restrizioni alla circolazione.
Nello specifico la ricerca esamina gli effetti quantitativi della riduzione dei livelli di inquinamento atmosferico e, per la prima volta, mette quantitativamente a confronto l’impatto delle diverse misure adottate nei vari Paesi. I risultati emersi non fanno che confermare le ipotesi precedenti, che parlavano di una significativa riduzione dei livelli di inquinamento atmosferico.
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Questo studio all’avanguardia si è basato sui dati di superficie forniti da CAMS, usando un insieme di modelli di qualità dell’aria regionali per mettere a confronto le concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici, ottenute grazie a due scenari specifici di emissioni inquinanti: uno corrispondente a condizioni di “business-as-usual” e l’altro corrispondente a una stima dettagliata delle emissioni risultanti dalle misure governative effettive adottate quotidianamente durante il primo lockdown – variabili a seconda del Paese – e per ciascuno dei principali settori di attività (ad esempio traffico stradale, industria…).
I ricercatori hanno usato tale dataset unico sull’inquinamento atmosferico di CAMS e un approccio metodologicamente avanzato per valutare i singoli interventi politici in ogni città e le conseguenze sulla qualità dell’aria.
“I risultati ottenuti sono estremamente significativi in quanto consolidano l’evidenza quantitativa che le misure governative legate alla pandemia COVID hanno influito direttamente sui livelli di inquinamento atmosferico in tutta Europa, in particolare per quanto riguarda l’inquinante NO2. – ha sottolineato Vincent-Henri Peuch, Direttore del Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) – Oltre all’analisi sulla mortalità durante i primi mesi della pandemia, questo studio potrebbe contribuire a definire le policy futura considerando che risultano evidenti i benefici per la salute pubblica riconducibili alla riduzione dell’inquinamento nelle nostre città e l’efficacia di talune misure”, ha aggiunto.
I risultati dello studio
Nonostante gli effetti siano stati variabili, è stata osservata un’importante diminuzione di NO2 e, in minor misura, del particolato fine PM2.5 e PM10 nelle aree nelle aree in cui sono state introdotte restrizioni più dure alla circolazione.
Gli scienziati hanno esaminato lo scenario prendendo in considerazione lee misure governative, la diminuzione dei principali inquinanti normativi tra cui NO2, ozono, particolato fine PM2.5 e PM10 in 47 grandi città europee, e il tasso di mortalità associata durante il periodo iniziale della pandemia COVID-19 in Europa (ovvero dal mese di febbraio a luglio 2020).
In particolare le città spagnole, francesi e italiane hanno sperimentato la maggiore diminuzione di NO2 tra il 50% e il 60% nel periodo, e questo inquinante si è considerevolmente ridotto in tutto il Vecchio Continente, mentre le riduzioni di altri inquinanti sono state meno significative. Questo risultato era prevedibile in quanto circa la metà delle emissioni di NO2 vengono generate dal trasporto stradale, che rappresenta il settore più colpito dalle restrizioni dei vari Paesi.
Parigi, Londra, Barcellona e Milano risultano sono risultate tra le prime sei città europee con il maggior numero di decessi evitati.
I ricercatori hanno poi sintetizzato così i risultati più importanti della ricerca:
- l’impatto delle diverse misure politiche riscontrato sulla qualità dell’aria variava sensibilmente tra le misure adotta
- le misure che hanno limitato la quotidianità, come la chiusura di scuole e luoghi di lavoro, hanno avuto l’impatto più significativo sui livelli di inquinamento dell’aria.
- le restrizioni relative ai viaggi nazionali e internazionali, tuttavia, hanno evidenziato un minor impatto sui livelli di inquinamento locale
- stimato un totale di oltre 800 decessi evitati grazie al miglioramento della qualità dell’aria derivante dalle misure governative adottate per limitare la diffusione del virus SARS-Cov-2
Lo studio appena pubblicato – insieme ad altri precedenti – dimostra lancia un messaggio forte e chiaro: dobbiamo migliorare assolutamente la qualità dell’aria delle nostre città per ridurre il tasso di mortalità e far respirare l’ambiente. Riuscirci non è un’utopia.
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Fonte: Copernicus
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