L’Italia è sempre più soggetta ad alluvioni e piogge intense: sono queste le regioni più colpite, secondo il nuovo report

Il Rapporto Alluvioni 2023 di Legambiente evidenzia come, negli ultimi 14 anni, vi sia stato un aumento delle alluvioni e piogge intense in Italia. Il nostro Paese, spiega il rapporto, è un gigante dai piedi d'argilla con oltre 1,3 milioni di persone che vivono in zone a rischio di frane e smottamenti, mentre più di 6,8 milioni sono a rischio medio o alto di alluvioni

Come è ormai sotto gli occhi di tutti, gli eventi meterologici estremi sono sempre più numerosi e frequenti nel mondo. E l’Italia, purtroppo, non è esente dal problema, anzi il nostro Paese è uno dei più esposti nel continente europeo.

In pratica, stiamo affrontando una crescente minaccia di alluvioni e piogge intense, come emerge anche dal “Rapporto Città Clima 2023 Speciale Alluvioni” redatto da Legambiente.

In 14 anni di monitoraggio, l’Osservatorio Città Clima ha registrato ben 684 allagamenti e 86 frane causate da piogge intense, insieme a 166 esondazioni fluviali. Questi eventi, che rappresentano il 49,1% degli incidenti totali registrati, pongono l’Italia di fronte ad una sfida sempre più difficile.

L’Italia, spiega il rapporto, è un gigante dai piedi d’argilla con oltre 1,3 milioni di persone che vivono in zone a rischio di frane e smottamenti, mentre più di 6,8 milioni sono a rischio medio o alto di alluvioni.

Negli ultimi anni, a livello nazionale, si è assistito a una sequenza quasi ininterrotta di allerte e stati di emergenza che richiedono una seria riflessione. L’inverno 2021-22 è stato definito dalla Società Meteorologica Italiana come uno dei periodi più estremi mai registrati, caratterizzato da temperature eccezionalmente elevate e un notevole deficit di precipitazioni.

Il 2022 è stato contrassegnato da una prolungata siccità, soprattutto nel centro-nord. Questa situazione ha persistito fino ai primi mesi del 2023, quando si è verificata una significativa ondata di piogge concentrata in alcune aree del Paese.

Nel corso del 2023, due alluvioni hanno colpito pesantemente l’Emilia-Romagna, creando una situazione di grave emergenza. Le forti piogge hanno causato lo straripamento di 23 corsi d’acqua e oltre 280 frane in 48 comuni. Numerosi centri urbani, tra cui Faenza e alcune frazioni di Ravenna, sono stati evacuati. Le infrastrutture stradali e ferroviarie hanno subito danni e chiusure. In soli due giorni, sono caduti più di 300 mm di pioggia, portando all’esondazione di 21 fiumi e corsi d’acqua. Il bilancio ufficiale riporta 15 vittime, aggiungendosi alle 3 vittime dell’ondata iniziale di maggio che aveva già compromesso abitazioni, viabilità e agricoltura.

E questi sono solo alcuni dei tanti episodi drammatici che ha vissuto il nostro Paese nell’ultimo periodo. L’aumento degli allagamenti dovuti a piogge intense ed esondazioni fluviali nel corso degli anni è ben visibile nella seguente infografica.

allagamenti infografica

@Legambiente

Le regioni più colpite dagli allagamenti

Dal 2010 ad oggi, le regioni più colpite da allagamenti e piogge intense sono state:

    • Sicilia: 86 casi
    • Lazio: 72 casi
    • Lombardia: 66 casi
    • Emilia-Romagna: 59 casi
    • Campania: 49 casi
    • Puglia: 49 casi
    • Toscana: 48 casi

Per quanto riguarda la esondazioni fluviali, le regioni con il maggior numero di casi sono state:

      • Lombardia: 30 casi
      • Emilia-Romagna: 25 casi
      • Sicilia: 18 casi

Frane causate da piogge intense hanno riguardato in particolare:

        • Lombardia: 12 eventi
        • Liguria: 11 eventi
        • Calabria e Sicilia: entrambe con 9 eventi

Anche le grandi città italiane hanno sofferto notevolmente durante questi 14 anni di monitoraggio. Le aree urbane più colpite del Paese sono state le seguenti:

  • Roma: ha registrato 49 allagamenti da piogge intense
  • Bari: la città ha affrontato 21 allagamenti
  • Agrigento: 15 allagamenti
  • Palermo: 12 allagamenti
  • Ancona, Genova, Napoli: 10 allagamenti  ciascuna

Per quanto riguarda le esondazioni fluviali, sono queste le città che hanno registrato più casi:

  • Milano: almeno 20 esondazioni dei fiumi Seveso e Lambro nei vari anni monitorati
  • Sciacca (AG):  4 esondazioni
  • Genova e Senigallia (AN):  3 esondazioni ciascuna

Come intervenire

Legambiente ha lanciato un appello urgente per una nuova governance del territorio, richiedendo l’approvazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNAC), una legge contro il consumo di suolo, un cambio di prospettiva dalla logica dell’emergenza alla prevenzione e la creazione di una regia unica da parte delle Autorità di bacino distrettuale per una maggiore collaborazione tra gli enti.

Il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, sottolinea la necessità di una gestione del territorio che vada oltre la mera “messa in sicurezza”, evidenziando la necessità di un approccio più flessibile e adattabile alla crisi climatica in corso:

Le drammatiche emergenze registrate negli ultimi anni nelle Marche, a Ischia, in Romagna e da ultima l’alluvione in Toscana ci devono far riflettere sul modello di gestione del territorio. Non è solo un problema di risorse economiche, come spesso si vuole far credere, o di mancanze nella manutenzione ordinaria, pratica corretta e condivisibile ovviamente, se inserita in un contesto più ampio. Il problema principale sta nel voler rispondere alla logica della “messa in sicurezza”, che ha visto nel corso dei decenni provare a difendere l’indifendibile, alzando solamente argini e ragionando in maniera idraulica, con calcoli e tempi di ritorno delle piene che la crisi climatica sta spazzando via più velocemente di quanto si pensasse. Un’emergenza, quella climatica, che in alcune aree del Paese, soprattutto nel meridione, aggrava una situazione di preesistente rischio causato da un abusivismo edilizio in aree già pericolose, raramente oggetto di demolizioni e rimasto colpevolmente impunito.

Il rapporto fa anche il punto su progetti positivi, come il programma di depavimentazione a Milano e interventi di riqualificazione idraulica a Treviso. Sottolinea l’importanza di casse e bacini di espansione, citando il Progetto LIFE BEWARE nell’Alto Vicentino come esempio di azioni volte a ridurre il rischio idraulico e climatico.

Potete leggere il rapporto completo sugli alluvioni QUI.

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Fonte: Legambiente

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram