La più grande discarica di vestiti nel deserto di Atacama è fuori controllo: le immagini satellitari mostrano l'impatto devastante del fast-fashion (intriso di sfruttamento ambientale e dei lavoratori)
Fino a qualche tempo fa quello di Atacama era noto per essere il deserto più arido del mondo, ormai però è tristemente conosciuto per un altro motivo: le tonnellate di vestiti abbandonati che hanno stravolto il suo paesaggio, compromettendone l’ecosistema. Un luogo unico che avremmo dovuto preservare è diventato a tutti gli effetti il cimitero della fast-fashion.
Proprio lì finiscono tutti quegli indumenti di seconda mano o praticamente nuovi in alcuni casi, dietro la cui produzione si nascondono storie di abusi e sfruttamento nelle fabbriche di Paesi come la Cina e il Bangladesh.
Di recente quegli enormi cumuli di capi d’abbigliamento nel deserto cileno sono stati immortalati persino dai satelliti Le immagini divulgate sui social, dalla startup statunitense Skyfi che permette di ordinare in tempo reale gli scatti satellitari, sono sconvolgenti:
SkyFi's Satellite Image Confirms Massive Clothes Pile in Chile's Atacama Desert
Posted by SkyFi on Wednesday, May 10, 2023
Lo scatto satellitare della pila di vestiti nel deserto cileno di Atacama mette davvero le cose in prospettiva. – commenta il team Skyfi – Le dimensioni dell’accumulo e l’inquinamento che sta causando sono visibili dallo spazio, rendendo chiaro che c’è bisogno di cambiamento nel settore della moda.
Da dove proviene quella gigantesca montagna di indumenti?
Sono decine di tonnellate gli indumenti che ormai sono parte integrante del deserto più arido del Pianeta. Ma come mai finiscono proprio in questo posto? Da quasi 50 anni il Cile si è specializzato nella rivendita di abiti e accessori di seconda mano che provengono da nazioni Asia, Europa, Stati Uniti e Canada e che nella maggior parte vengono realizzati nelle fabbriche tessili cinesi.
Quando gli indumenti delle collezioni passate o quelli usati restano invenduti, vengono trasportati al porto cileno di Iquique (zona franca) dove vengono smistati per essere rivenduti in America Latina. Tuttavia, circa decine di migliaia di tonnellate – circa 40mila l’anno – finiscono sparpagliati nel deserto come se fossero rifiuti.
Ad aggravare la situazione sono i pericolosi incendi che vengono appiccati con grande frequenza e che rilasciano nell’atmosfera sostanze tossiche, dato che molti indumenti e scarpe sono composti da materiali plastici. Una vera bomba ambientale ad orologeria, che nessuno finora è riuscito a disinnescare.
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Fonte: Skyfi
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