Dietro la deforestazione record che sta devastando le foreste della Cambogia ci sono anche i colossi della moda, tra cui Gap e H&M. I numeri del monitoraggio Disaster Trade sono impressionanti
Le foreste della Cambogia stanno sparendo a ritmi velocissimi per far arricchire i colossi dell’abbigliamento come H&M e Gap. Sicuramente vi starete chiedendo qual è il legame tra legname e moda. La risposta è semplice: il legno viene utilizzato nelle fabbriche per generare elettricità. E così mentre le emissioni di CO2 diminuiscono in Paesi come la Gran Bretagna, negli Stati in via di sviluppo sono in aumento. A svelare lo stretto legame tra deforestazione e profitti nel settore del fashion è un recente report realizzato dalla rete Disaster Trade.
Un quarto dell’impronta di carbonio globale è rappresentato dalle merci importate – si legge nel rapporto pubblicato qualche settimana fa – Nel Regno Unito, questo è ancora più alto. Nel 2016, il 46% delle emissioni del Regno Unito è stato prodotto all’estero, rispetto al solo 14% del 1990. Ma l’impronta di carbonio da sola non racconta tutta la storia. L’effetto locale del commercio e degli investimenti sta peggiorando l’impatto del cambiamento climatico sulla povertà e sui mezzi di sussistenza.
La liberalizzazione del commercio è legata alla deforestazione, che non solo rappresenta il 12% delle emissioni totali di carbonio a livello mondiale, ma aggrava anche gli impatti a livello locale del cambiamento climatico.
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La deforestazione in Cambogia sta galoppando a ritmi spaventosi, come mostrano le immagini diffuse dalla Royal Halloway:
Una volta abbattuti gli alberi, il legname viene poi portato nelle grandi fabbriche a circa un’ora da Phom Penh, dove vengono confezionati abiti per alcuni dei più importanti marchi di abbigliamento (e non solo) come H&M, Gap e Lidl. La scorda estate un team di ricercatori ha scoperto che un’azienda su tre che opera nel Regno Unito e che fa parte della GMAC (Garment Manufacturers Association in Cambogia) usa regolarmente legna che proviene dalle attività di deforestazione illegale in Cambogia.
Secondo quanto nell’inchiesta, le fabbriche di abbigliamento cambogiane affiliate al GMAC bruciano una media di 562 tonnellate di legno forestale al giorno. Ciò significa che ogni anno vanno distrutti tea i 810 e i 1.410 ettari. E secondo Laurie Parsons, principale autrice del report di Disaster Trade, questi numeri sarebbero sottostimati.
I marchi non regolano queste cose – chiarisce Parsons – Non c’è un sondaggio regolare. E quindi queste cose volano completamente al di sotto del radar.
Ma la deforestazione non è l’unica piaga che affligge la Cambogia. Nel Paese si trovano delle enormi discariche a cielo aperto di scarti dell’industria tessile (di marchi M&S, Walmart e J Crew), che vengono poi bruciati per generare energia per le fabbriche:
Un tasso di deforestazione senza precedenti in Cambogia
Negli ultimi decenni la Cambogia ha raggiunto livelli di deforestazione spaventosi. Nel 1970 il Paese aveva una copertura forestale di circa 13,2 milioni di ettari che rappresentava oltre il 73% del territorio del territorio della nazione. Ma tra il 2001 e il 2019, la Cambogia ha perso circa 2,7 milioni di ettari di foresta, in base a quanto riferito da un recente studio della Land Portal Foundation.
Questa situazione sta portando anche ad una maggiore siccità in Cambogia. Il 2016 la nazione ha sperimentato uno degli episodi di siccità più terribili della storia. La questione portata alla luce dal report di Disaster Trade non riguarda soltanto il Regno Unito, ma in generale tutti i Paesi più avanzati, dove spesso le aziende diventano esportatrici di disastri ambientali, devastando l’ambiente in nome del profitto.
Fonti: Disaster Trade/Royal Halloway
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