Licenziato il ricercatore italiano che rifiutava di prendere un aereo per tornare al lavoro per non inquinare

Gianluca Grimalda è stato licenziato: si era rifiutato di prendere un aereo per tornare in Europa, preferendo mezzi di trasporto più lenti ma meno inquinanti

Gianluca Grimalda, un ricercatore presso il Kiel Institut fuer Weltwirtschaft (IfW) – un centro di ricerca di economia e think tank in Germania – è stato licenziato dopo aver ricevuto la risoluzione del suo contratto. L’economista milanese, è ancora in Papua Nuova Guinea, dove sta aspettando il passaggio col cargo, il primo tratto di un lunghissimo viaggio che affronterà per tornare in Europa.

Ma per quale motivo si è arrivati a tanto? La decisione di licenziarlo è stata presa a causa del suo rifiuto di viaggiare in aereo al termine della sua ricerca per ritornare in Germania. Grimalda si era infatti detto preoccupato per l’impatto ambientale dei viaggi aerei e aveva rifiutato di utilizzarli, chiedendo di optare per alternative meno inquinanti per il suo ritorno.

Aveva persino proposto di prolungare la sua permanenza in Papua Nuova Guinea per due mesi senza stipendio pur di non aggravare la situazione del nostro Pianeta. Eppure, nonostante le sue buone motivazioni, l’istituto tedesco – dopo aver atteso un po’ di tempo per far placare il clamore sollevato dalla sua decisione che nel frattempo aveva fatto il giro dei media – ha optato per la risoluzione del contratto.

Grimalda ha intenzione di fare ricorso

Ora Grimalda che farà? Non ha certo intenzione di fermarsi qui nella sua battaglia, ma anzi ha annunciato di aver intenzione di fare ricorso contro la decisione presa dall’istituto per far valere le sue ragioni. Ha raccontato che la sua sarà una protesta pacifica.

Ha infatti capito che quando ha fatto uno sciopero della fame di tre giorni ho ottenuto molto più effetto che con l’occupazione dell’aeroporto di cui si era reso protagonista.

Insomma, i blocchi stradali, come quelli di Ultima generazione, io non li farò mai. Però con il mio licenziamento penso che sia cresciuta la mia credibilità personale. E questo è importante, per il mio futuro da attivista.

In più ha ammesso di essere scioccato dalla decisione dell’istituto:

Non mi hanno neanche mandato una seconda convocazione, come sarebbe normale. Non hanno cambiato idea, io mi ero illuso per un po’ di sì. Mi hanno licenziato in tronco. Però farò ricorso. Anche se non penso di avere grandi chance.

Le sue posizioni di attivista contro i cambiamenti climatici a quanto pare non sono piaciute, con la direttrice amministrativa che aveva promesso che dopo le sue azioni di disobbedienza civile non ne sarebbero dovute seguire altre. Ed ora quale sarà la sua strada?

Ho un’affiliazione a un istituto di ricerca irlandese e ho ancora dei fondi europei per un progetto. Insomma, dovrei riuscire a mettere insieme un anno di stipendio. E comunque, anche se dovessi rimanere disoccupato, ne è valsa la pena.

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Fonte: Gianluca Grimalda

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