Gli attivisti di Greenpeace non sono criminali né pirati. L'associazione difende i suoi 30 volontari, detenuti ancora in Russia. L'accusa di pirateria, a seguito dell'azione pacifica alla piattaforma petrolifera di Gazprom, potrebbe costare ben 15 anni di prigione agli attivisti. E Greenpeace, per chiederne l'immediata liberazione, ha organizzato tre giorni di mobilitazione che sabato hanno visto riunite migliaia di persone in tutto il mondo
Gli attivisti di Greenpeace non sono criminali né pirati. L’associazione difende i suoi 30 volontari, detenuti ancora in Russia. L’accusa di pirateria, a seguito dell’azione pacifica alla piattaforma petrolifera di Gazprom, potrebbe costare ben 15 anni di prigione agli attivisti. E Greenpeace, per chiederne l’immediata liberazione, ha organizzato tre giorni di mobilitazione che sabato hanno visto riunite migliaia di persone in tutto il mondo.
Dalla Nuova Zelanda al Messico, dalla Thailandia alla Norvegia, sono state 135 le città e 45 i Paesi che hanno ospitato proteste e manifestazioni di solidarietà nei confronti dei 30 attivisti. Tra essi anche un italiano, Cristian D’Alessandro, 31 anni, napoletano, a bordo delle navi di Greenpeace da due anni.
Ad Hong Kong, centinaia di persone si sono ritrovate al porto per formare un gigantesco banner umano, in Sud Africa invece l’appuntamento era nei centri di detenzione utilizzati durante l’Apartheid. Toronto ha ospitato proiezioni notturne e a Madrid i sostenitori di Greenpeace si sono dati appuntamento a Puerto del Sol con una replica della nave Arctic Sunrise. I pescatori senegalesi hanno dimostrato la loro solidarietà navigando in flottiglia. A Mosca invece va avanti la protesta davanti alla sede di Gazprom, dove gli attivisti si danno il turno uno alla volta da 10 giorni per non contravvenire alle rigide regolamentazioni russe.
Anche in Italia, Napoli e Ferrara hanno protestato contro l’ingiusta detenzione degli attivisti. Il 4 ottobre scorso, è stato srotolato un enorme striscione sul castello del Maschio Angioino che recita “Liberate Cristan. #FreeTheArctic30”.
Nella stessa giornata a Ferrara, a piazza del Municipio, è stato aperto un altro striscione dagli attivisti di Greenpeace, con l’obiettivo di stimolare la stampa di tutto il mondo, riunita a Ferrara per il Festival di “Internazionale”, ad occuparsi della vicenda.
Ma sono state tante altre le piazze italiane che hanno ospitato i volontari di Greenpeace. Questi ultimi invitano tutti ad unirsi all’appello rivolto alle autorità russe per la scarcerazione di Cristian e degli altri attivisti, trattenuti in strutture di detenzione preventiva intorno alla città di Murmansk dal 24 settembre.
Per firmare la petizione, che ha già raggiungo un milione di firme, clicca qui.
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